Uso dell’imaging non invasivo nei pazienti con sospetta coronaropatia: i dati del Registro Europeo EURECA

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Uso dell’imaging non invasivo nei pazienti con sospetta coronaropatia: i dati del Registro Europeo EURECA

La cardiopatia ischemica rappresenta una delle principali cause di morte in Europa. Una diagnosi precoce e accurata della presenza della malattia coronarica è cruciale per impostare il corretto trattamento e ridurre il rischio di eventi cardiovascolari.
L’angiografia coronarica invasiva è la procedura di riferimento per stabilire la presenza, la sede e la gravità della coronaropatia, nonché per guidare le procedure di rivascolarizzazione. Tuttavia, in pazienti con angina stabile e sospetta malattia coronarica, la metodica ha dei limiti legati non solo all’accessibilità ed ai costi, ma anche al possibile eccesso di rivascolarizzazioni non necessarie e alle possibili complicanze indotte dalla procedura stessa. L’imaging cardiaco non invasivo gioca un ruolo molto importante nella diagnosi di coronaropatia cronica, con la possibilità di documentare sia aspetti anatomici, evidenziando la presenza di stenosi più o meno emodinamicamente significative, che funzionali, identificando territori vascolari con ischemia miocardica inducibile con alterazioni della cinetica o della perfusione. Le ultime Linee Guida della Società Europea di Cardiologia (ESC) per la gestione dei pazienti con malattia coronarica stabile (2019) forniscono delle indicazioni abbastanza precise sull’uso dell’imaging non invasivo a seconda della probabilità pre-test di malattia del paziente stesso.

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Tuttavia, nella pratica clinica, la scelta del test di imaging è condizionata da molteplici fattori, tra cui la disponibilità delle metodiche, le problematiche organizzative e le competenze dei professionisti disponibili sul territorio. Non bisogna però dimenticare che un uso inappropriato delle metodiche diagnostiche può comportare potenziali rischi e un incremento dei costi senza reale beneficio. I risultati dei recenti studi comparativi sull’efficacia diagnostica e terapeutica delle strategie guidate dall’imaging cardiaco non invasivo hanno fatto crescere l’interesse sull’algoritmo diagnostico da utilizzare nei pazienti con sospetta coronaropatia. Partendo da queste considerazioni nel 2019 l’EURObservational Research Program (EORP) della ESC ha promosso il registro EURECA con lo scopo di valutare l’aderenza alle ultime Linee Guida nell’uso delle strategie di imaging cardiaco in una ampia popolazione di pazienti con sospetto di malattia aterosclerotica coronarica. Il registro ha chiuso il periodo di arruolamento e di valutazione diagnostica nel Settembre 2020 ed il primo semestre di Followup nel Marzo 2021 con 5.156 pazienti.
Alla fine d’agosto, in occasione del Congresso della Società Europea di Cardiologia 2021, Danilo Neglia, Chairperson di EURECA con Victoria Delgado, ha presentato i primi dati del Registro da cui è emersa una interessante fotografia del mondo reale. I centri partecipanti sono stati 73, per un totale di 24 nazioni coinvolte, prevalentemente europee. L’Italia ha arruolato circa il 38% del totale dei pazienti, dimostrando ancora una volta il suo ruolo nella comunità scientifica internazionale.

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Dai dati presentati emerge che nel 50% dei casi il processo di valutazione clinica non è aderente alle ultime Linee Guida ESC, in particolare nei pazienti arruolati in Dipartimenti Cardiovascolari, soprattutto per quanto riguarda l’uso della prova da sforzo (sovrautilizzata rispetto alle indicazioni reali) e dell’angiografia coronarica invasiva. Un percorso diagnostico non aderente alle Linee Guida ha comportato un maggior ricorso alla coronarografia invasiva e nello stesso tempo una minore efficacia della procedura con quasi il 50% degli esami negativi per malattia coronarica ostruttiva.

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Sono in corso ulteriori analisi che permetteranno di valutare i fattori che condizionano l’aderenza alle Linee Guida, la variabilità locale nell’uso delle diverse modalità con i possibili effetti sulla gestione dei pazienti e l’impatto della gestione aderente o non aderente sulla prognosi dei pazienti stessi. Queste informazioni saranno utili per promuovere strategie in grado di migliorare la qualità dell’assistenza e una più efficiente allocazione delle risorse.

Bibliografia essenziale

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