Come mai sono passati oltre due decenni da quando si è cominciato a parlare di Intelligenza Artificiale, ma la sua diffusione è ancora così limitata?
Apriamo un dibattito sul futuro dell’Intelligenza Artificiale
La domanda può sembrare pleonastica. Tutti si aspettano infatti moltissimo dalla Intelligenza Artificiale (Artificial Intelligence = AI). Il quesito nasconde e sottende, però, problematiche non ancora risolte. Come mai infatti sono passati oltre due decenni da quando si è cominciato a parlare di AI, ma la sua diffusione è ancora così limitata, settoriale, concentrata su progetti specifici, riservata a centri pilota, e non ha invece compenetrato estesamente il tessuto della Cardiologia? È infatti verosimile che una introduzione massiccia della AI a tutti i livelli della Cardiologia possa produrre grandi vantaggi e importanti innovazioni sia in termini di imaging, di infrastrutture informatiche, di tecniche diagnostiche, nella ottimizzazione delle terapie, ad esempio per lo scompenso cardiaco, nella organizzazione, per lo sviluppo delle reti scientifiche fra centri diversi, per la gestione decentrata e capillare di specifiche malattie, e in definitiva per la crescita culturale e scientifica di tutta la Cardiologia, in maniera armonica, dai grandi Centri alle Strutture più periferiche. Se ciò non è ancora avvenuto e la AI è ancora prevalentemente oggetto di editoriali “celebrativi”, che ne descrivono le grandi potenzialità su tutte le più prestigiose riviste scientifiche, è importante domandarsi il perché di tante difficoltà e ostacoli, nei fatti, allo sviluppo e implementazione della AI in Cardiologia, e cominciare a cercare di approfondirne le ragioni più profonde. Solo così sarà possibile cominciare ad affrontarle, per poi poterle anche superare.
Gli ostacoli e le difficoltà alla implementazione della Intelligenza Artificiale
Un primo ostacolo deriva dal fatto che si ha spesso l’impressione che chi scriva di AI sia estremamente competente, ma anche talmente coinvolto nelle proprie progettualità, da dimostrare talora difficoltà ad ascoltare e a comprendere le esigenze e i bisogni di chi vorrebbe poter usufruire dei benefici e delle applicazioni di AI in maniera decentrata, più generale ed estensiva. Così risulta spesso evidente che solo una minoranza di Cardiologi clinici sia direttamente coinvolta in specifici progetti di AI e che le “periferie” cardiologiche non costituiscano un obiettivo da raggiungere da parte di chi sviluppa AI, anche se probabilmente, invece, sono proprio quelle le strutture che più potrebbero trarre vantaggio dalle applicazioni di AI. Talora sembra quasi che siano due mondi che non comunicano fra di loro. Una seconda difficoltà deriva dalla necessità di una regolamentazione e dell’acquisizione di una certificazione normativa di qualità dei diversi prodotti e programmi di AI come dispositivi medici. Ulteriori difficoltà e ostacoli derivano da problemi etici e medico legali a cui la AI può esporre, oltre che dal grado di fiducia e accettazione che i potenziali fruitori clinici dovrebbero maturare nei confronti dell’utilizzo routinario della AI, talora in sostituzione di procedure consolidate e come tali difficili da abbandonare o modificare. Sembra quasi lo scenario delle difficoltà e degli ostacoli nello sviluppo e nell’utilizzo delle auto a guida autonoma!
È necessario un dibattito
Appare quindi necessario un maggior dialogo e ascolto reciproco fra produttori e sviluppatori di AI e potenziali utilizzatori, anche i più periferici. È anche auspicabile un dibattito sincero e partecipato sull’argomento da parte di tutti i Cardiologi clinici, soprattutto se non esperti di AI, che possa far emergere le aspettative, le complessità, le difficoltà e gli ostacoli alla sua implementazione, ne possa chiarire le sfaccettature e possa quindi costituire la base per un aiuto concreto ad indirizzare verso uno sviluppo più armonico e clinicamente impattante della AI in Cardiologia.
Tutti possono contribuire con le proprie opinioni, le proprie visioni e osservazioni, i propri suggerimenti, che vorremmo ospitare in questa Rubrica. Credo che tutta la comunità cardiologica potrebbe trarne grande vantaggio. L’obiettivo è quello di contribuire a che la AI possa diventare davvero uno strumento utile per la crescita della Cardiologia al servizio dei pazienti. Restiamo quindi in attesa del vostro personale contributo sull’argomento, in assoluta libertà, che sarà particolarmente apprezzato e gradito. Scriveteci una mail: la pubblicheremo per ravvivare il dibattito!
Per facilitare l’avvio del dibattito ecco alcune domande di base per stimolare la discussione e la vostra partecipazione:
- Hai già avuto esperienza di AI in Cardiologia?
- Quali vantaggi e quali svantaggi, ostacoli o difficoltà hai sperimentato?
- Se non hai avuto esperienza diretta di AI in Cardiologia quali sono comunque le tue aspettative personali al riguardo e quelle della tua Istituzione cardiologica?
- Come potrebbe la AI facilitare la tua professione?
- Quali ostacoli e difficoltà vedi alla implementazione della AI in Cardiologia?
Se ti fosse offerta l’opportunità di partecipare a un progetto di AI in Cardiologia, in quale settore o con quali obiettivi preferiresti partecipare?