Cardiologi per sempre: una conversazione con il Dott. Franco Plastina

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Cardiologi per sempre: una conversazione con il Dott. Franco Plastina

Il Dott. Franco Plastina ha diretto la Cardiologia dell’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza dal 1970 al 2002. In ANMCO ha ricoperto il ruolo di Consigliere Nazionale e Presidente Regionale. Ha collaborato con “Cardiologia negli Ospedali” con articoli di critica cinematografica. Ho avuto la fortuna di lavorare con lui per tanti anni. Quello che segue è parte di una nostra recente conversazione.

Ha lasciato l’ospedale da più di vent’anni. Le manca? Le capita nei sogni di trovarsi in corsia? A me capita spesso, e non è mai un brutto sogno. Si rimane cardiologi per sempre?
La Vita è affascinante per la sua variabilità e i suoi contrasti: bello e brutto, buono e cattivo, successi e delusioni; quanto appartiene al passato rientra nel libro dei ricordi e la mia Cardiologia appartiene ai ricordi più felici, e come tutti gli eventi della vita si è svolta tra successi e delusioni. Nell’attività professionale ho ricevuto riconoscenza, anche dopo anni e decenni, pur appartenendo in gran parte il dato al dovere professionale, in sintesi al dovuto. Proprio per la variabilità degli eventi e degli umani comportamenti si può ricevere ingratitudine da persone inserite nel gruppo e guidate nella carriera. Utili le letture per virare dall’amarezza e dalla delusione verso l’ironia e il sarcasmo: L’ingratitudine è una combinazione di egoismo, orgoglio e stupidità (Descartes); L’ingratitudine è sempre una forma di debolezza. Non ho mai visto che uomini eccellenti fossero ingrati (Goethe); o secondo una massima popolare: A far del bene agli asini si ricevon solo dei calci. Alla fine, il ricordo del mio gruppo cardiologico alla ricerca di aggiornamenti nella diagnosi e trattamento delle malattie, le loro applicazioni, la riconoscenza dei pazienti supera largamente le poche delusioni. Ricordo con nostalgia e rimpianto queste attività. Non posso che rispondere che si, si rimane cardiologi per sempre.

La sua storia professionale inizia lontano dalla Calabria
Sulla guida della Cardiologia Universitaria di Padova, ho seguito la Cardiologia sin dall’inizio della sua fase splendida nel XX secolo. Sul finire degli anni ’60, a cominciare dall’ECG refertato secondo le teorie analitiche di Cabrera, a Padova si proseguiva con il cateterismo cardiaco, lo studio delle cardiopatie congenite e dell’embolia polmonare. In molte Cliniche e grandi Ospedali italiani non si era giunti a questi livelli. Nella maggioranza dei casi, anzi, la Cardiologia moderna era ancora da costruire. Osservare, apprendere, approfondire le conoscenze, applicarle, costruirle ex novo in altre istituzioni sanitarie è stata un’avventura entusiasmante.

Lei è stato un precursore dell’approccio alla diagnosi e alla cura basato sulle Linee Guida, approccio sempre più seguito, anche a fini di medicina difensiva, in alcuni casi fino a non tener conto che la qualità della vita può valere più di un “possibile” piccolo beneficio evidenziato su grandi popolazioni
Le LG sono documenti essenziali da consultare. Sintesi del progresso scientifico, basate su studi di ricerca e su raccomandazioni di esperti. Le ho seguite costantemente ponendo attenzione alla malattia, ma senza perdere di vista il malato. Ogni paziente presenta aspetti singolari rispetto ad altri con la stessa malattia, che spesso è solo una delle tante che lo interessano. Il sostantivo clinica e l’aggettivo clinico anche etimologicamente indirizzano verso il paziente. Dal greco Kliné (letto) e Kliniké (ai piedi del letto). Li impiegò oltre 2000 anni fa Ippocrate e furono ripresi nell’epoca romana da Galeno, il kliniké in particolare, intendendo l’avvicinarsi in modo deciso al paziente.

L’ANMCO ha svolto un ruolo fondamentale per la diffusione della cultura medica. Come si pone in un tempo caratterizzato da facile e universale accesso alle informazioni scientifiche?
L’ANMCO ha svolto e svolge un ruolo essenziale nella diffusione delle conoscenze cardiologiche, aggiornandole in continuità con Congressi, Pubblicazioni, accurati studi osservazionali e randomizzati che in alcuni casi hanno influenzato la cardiologia nel mondo. Le va riconosciuto il merito di aver indirizzato (e indirizzare) la formazione delle giovani generazioni di Medici e Infermieri con metodologie che hanno mirato a conseguire un livello di prestazioni adeguate ai tempi e, dato fondamentale, uniformi in tutto il territorio nazionale.

La medicina si pone in bilico tra biologia e scienze umane; conoscere la letteratura, l’arte, la musica, il cinema può contribuire a fare un buon medico?
Ho cercato di rivolgere interesse ad altre attività, al di fuori della medicina, per conoscere meglio la Vita nel suo complesso correggendo, parzialmente, i limiti della esperienza personale. Letteratura, Musica, Cinema, Viaggi. Si vedono i colori, si odono armonie, si piange, si ride o si odia nella vita come gli Artisti hanno mostrato nell’arte (U.Boccioni). La Musica, linguaggio universale, supera le barriere culturali e linguistiche, comunica emozioni significative. Dovrebbe essere diffusa, in modo adeguato e controllato, nei luoghi di cura. Appassionato di letteratura poliziesca ho seguito le imprese degli investigatori americani (privati gentiluomini) Sam Spade, Philip Marlowe, Lew Archer. E tra i francesi dell’Ispettore Jules Maigret e dell’investigatore privato (anch’egli privato gentiluomo!) Nestor Burma. Tutti intesi alla ricerca accurata e minuziosa della verità, della esistenza di un misfatto o di un delitto e alla scoperta del colpevole. Attività che mi è apparsa simile a quella che nel nostro lavoro definiamo metodologia clinica a fini diagnostici: esiste la malattia? quale la esatta diagnosi? Al Cinema mi sono dedicato aspirando ad una precisa lettura dei film per rilevare il pensiero (a volte complesso) trasmesso dall’Autore attraverso il racconto di una vicenda a volte semplice. Il Cinema approfondisce la conoscenza della comunicazione, aggiungendo alla comunicazione verbale quella paraverbale ed extraverbale. Osservazioni quotidiane nella vita sociale, alle quali non si attribuisce un sufficiente valore. Utili nell’attività medica per definire meglio la personalità del paziente, dei suoi familiari, per approfondire la conoscenza di quanti si contattano nell’ambito ospedaliero: medici, infermieri, amministratori. Peraltro, invertendo i termini del confronto, utili anche allo stesso paziente per comprendere il comportamento di quanti sono assegnati alla sua cura.

La medicina del nostro Paese, quella ospedaliera in particolare, sta attraversando un periodo di crisi. Molti colleghi, anche giovani sono demotivati: pensa sia solo un problema economico e di turni troppo pesanti o c’è qualcos’altro?
La delusione sulla organizzazione sanitaria, le preoccupazioni per il prossimo futuro accomunano la popolazione sanitaria e la popolazione generale. La classe politica del 1978 che ha operato attorno al Ministro della Sanità Tina Anselmi ebbe la capacità e l’abilità di costruire il migliore Servizio Sanitario mondiale. La classe politica sulla scena in Italia nell’ultimo quarto di Secolo, ha avuto l’abilità di ridimensionarlo gradualmente per avviarlo, forse, alla estinzione. L’infelice accelerazione del declino avviene forse nel 2001 con la modifica del Titolo V della Costituzione. L’opera di demolizione definitiva avverrà verosimilmente con la possibile attuazione dell’Autonomia differenziata.

Ricordo cosa mi disse quando manifestai la speranza di far parte del suo gruppo di lavoro. Cosa direbbe oggi a un giovane che le manifestasse questa intenzione?
Per un medico che ha seguito regolari studi, specializzato in Cardiologia, che chiedesse di entrare in un Reparto Cardiologico Ospedaliero, risponderei con le segnalazioni abituali. L’esercizio corretto e accurato della professione medica si presenta difficile, in particolare quella di Cardiologo Ospedaliero: casi di urgenza/ emergenza quotidiani, turni di servizio a volte faticosi, oltre gli orari programmati. In compenso grandi soddisfazioni dai risultati positivi raggiunti. E gratitudine, anche se non espressa verbalmente, dai pazienti trattati insieme a gran parte della popolazione del territorio in cui si è operato. Considerazioni che potranno considerarsi realistiche in un SSN ispirato agli anni ’80- ’90. Viceversa, persistendo o aggravandosi la deriva registrata nell’ultimo quarto di secolo, potranno definirsi facilmente come inutili consigli di un folle sognatore.

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