Una nuova nata nella famiglia ANMCO

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L’Area Cronicità Cardiologica

La nascita di una nuova creatura è un evento potente e affascinante, che suscita sempre sentimenti contrastanti. Quando un figlio (e ancor di più forse un nipote) viene al mondo, è naturale provare insieme gioia profonda per una nuova vita, ma anche preoccupazione per quel che riserverà il futuro a questa ancora fragile esistenza. Analoghe sono le emozioni, ovviamente su tutto un altro piano, per la creazione della nuova Area Cronicità Cardiologica, frutto di una geniale intuizione del Presidente Furio Colivicchi, quella di far nascere, dalle costole della “mamma” Area Prevenzione, questa e le Aree sorelle Cardiorenale e Metabolica ed Epidemiologia Cardiovascolare, costituendo un rassemblement affidato al saggio coordinamento del Vicepresidente Carmine Riccio. Essere nominato Chairperson di un’Area ANMCO è un grande onore; esserlo due volte, dopo la mia precedente esperienza in Area Prevenzione, rappresenta un onore e una responsabilità ancora maggiore, che mi prefiggo di ricambiare con passione, impegno e spirito di servizio. L’istituzione dell’Area risponde, in verità, alla profonda esigenza della cardiologia moderna di fronteggiare la transizione epidemiologica che stiamo vivendo, caratterizzata da un notevole invecchiamento della popolazione e dalla conseguente grande diffusione di multimorbidità e complessità sanitaria, assistenziale e socioeconomica, resa ancora più complicata dall’attuale pandemia e degli effetti ancora ignoti del long COVID.

Perché un’Area Cronicità Cardiologica?
Il progressivo invecchiamento della popolazione, conseguenza delle migliori condizioni igienicosanitarie e dei progressi diagnosticoterapeutici dovuti in gran parte alla nostra disciplina cardiologica, ha comportato un notevole incremento dei pazienti affetti da fattori di rischio o condizioni patologiche cardiovascolari croniche, come ipertensione arteriosa, diabete mellito, obesità, scompenso cardiaco, sindromi coronariche croniche e fibrillazione atriale. Nella regione europea dell’OMS queste malattie colpiscono l’80% delle persone oltre i 65 anni e spesso si verificano contemporaneamente nello stesso individuo. Questi pazienti hanno un rischio maggiore di outcome negativi, quali peggiore qualità di vita, stress psicologico, eventi cardiovascolari acuti, ospedalizzazioni, rischio di disabilità/non autosufficienza e mortalità. Gli obiettivi di cura nei pazienti con cronicità, non potendo essere rivolti alla guarigione, sono finalizzati al miglioramento del quadro clinico e dello stato funzionale, alla minimizzazione della sintomatologia, alla prevenzione della disabilità e al miglioramento della qualità di vita. La cronicità comporta un notevole impegno di risorse assistenziali, richiedendo una forte integrazione sociosanitaria e necessitando di servizi residenziali e territoriali finora non sufficientemente sviluppati nel nostro Paese. Nasce in quest’ottica il Piano Nazionale della Cronicità (2016) per armonizzare a livello nazionale le attività in questo campo, compatibilmente con la disponibilità delle risorse economiche, umane e strutturali, individuando interventi centrati sulla persona ed orientati su una migliore organizzazione dei servizi, al fine di migliorare la tutela delle persone affette da malattie croniche, riducendone il peso sull’individuo, sulla sua famiglia e sul contesto sociale, migliorando la qualità di vita e assicurando maggiore uniformità ed equità di accesso ai cittadini. La legge n. 135/2012, che ha previsto la riduzione dello standard dei posti letto ospedalieri, vede l’ospedale come uno snodo di alta specializzazione del sistema di cure per la Cronicità, che interagisce con la Specialistica ambulatoriale e con l’Assistenza Primaria. Secondo il Regolamento n. 70 del 2 aprile 2015 sugli standard ospedalieri, le iniziative di continuità ospedaleterritorio possono prevedere la disponibilità di strutture intermedie di ricovero nel territorio, centri di comunità/poliambulatori, fino alla gestione della fase acuta a domicilio mediante gruppi multidisciplinari. Un’adeguata gestione della cronicità necessita di Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (condivisi e codificati per i vari stadi di patologia) e di un sistema di raccolta dei dati clinici che possa generare indicatori qualitativi di processo, esito e risultato. Durante lo stato di emergenza con la restrizione degli accessi sanitari connessa al Covid-19, infine, istituzioni sanitarie e fruitori hanno saggiato le potenzialità della dematerializzazione delle prestazioni. Il Recovery Fund e il PNRR hanno mantenuto in ambito sanitario (Missione 6 Salute) un punto fermo sull’innovazione, focalizzandosi sulla telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale e sulla digitalizzazione del SSN (Fascicolo Sanitario Elettronico).

Vision, mission ed obiettivi generali
La vision dell’Area sarà fornire al cardiologo ospedaliero le basi culturali e scientifiche che gli consentano di ampliare gli orizzonti spazio-temporali dei suoi interventi sulla salute dei cardiopatici, non limitati quindi al solo momento del ricovero. L’Area avrà la mission di proporre e realizzare iniziative scientifiche, formative, educazionali e culturali che promuovano la buona pratica clinica in tutte le patologie cardiologiche croniche di maggior rilevanza epidemiologica in termini di salute pubblica. In questo gravoso impegno fortunatamente non sarò solo, ma mi potrò avvalere della forza, delle competenze e dell’entusiasmo di un motivato gruppo di giovani e diversamente giovani. In questo biennio ci prefiggiamo di portare avanti diverse iniziative di ricerca, formazione ed editoriali, ricercando soprattutto la collaborazione delle altre Aree, ma anche, sotto la regia degli altri organi e organismi ANMCO, di altre componenti del mondo cardiologico, medico ed istituzionale, nonché di esplorare le nuove possibilità della e-health in ambito di cronicità. Il compito assegnato a me, al Co – Chairperson Gigi Temporelli e al Comitato di Coordinamento sarà difficile e delicato; l’Area Cronicità Cardiologica è un neonato, bisognerà averne cura e preparare le basi per la sua crescita. Per questo, la collaborazione di tutti i soci interessati al mondo della cronicità è indispensabile, e quindi vi invito ad aderire da subito alla nostra Area per essere partecipi di questa sfida.

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