La “memedicina” ai tempi del COVID, ovvero come affrontare la difficoltà pandemica con l’ironia

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La “memedicina” ai tempi del COVID, ovvero come affrontare la difficoltà pandemica con l’ironia

Un saluto segnato dalla leggerezza dalla nuova Area Giovani 2022 – 2023

Da piccolo momento di svago mentre “il morbo infuria” a fenomeno social in grado di invadere anche le presentazioni ai principali congressi

È iniziato il 2022 e purtroppo, diversamente da quanto da tutti auspicato, è ancora tempo di pandemia. La quarta ondata sta nuovamente paralizzando il Servizio Sanitario Nazionale, influenzando le nostre vite, nonostante mascherine di diverse fogge, dimensioni, colori e capacità filtrante, vaccini e dosi booster, distanziamento sociale, certificazioni verdi base e rafforzate, limitazioni agli spostamenti e alle attività, inclusi i congressi medici che ormai sono nella loro quasi totalità in forma di webinar o ibridi. In questo contesto difficile, si inserisce, tuttavia, un movimento culturale figlio dei tempi moderni, leggero ed arguto allo stesso tempo, che è stato per molti di noi sollievo sin dall’inizio della pandemia, quasi 2 anni fa. Un argomento che è stato lanciato dai giovani, ma che si è progressivamente imposto tramite i social network anche tra i colleghi di maggior esperienza: il meme, che nel momento in cui incontra la nostra professione diventa, in crasi… memedicina. Quello che nel gergo della rete si chiama meme (pronunciato come scritto, all’italiana, oppure “mi:m” all’inglese ma derivato dal greco “mímēma” ovvero “imitazione”) è uno dei nuovi linguaggi veicolati tramite i social network che si sta sempre più imponendo. Definiti dal vocabolario Treccani come “contenuti virali in grado di monopolizzare l’attenzione degli utenti web”, i meme digitali sono foto, disegni, video corredati da testi che più sono capaci di suscitare emozioni, più vengono replicati e diffusi tramite Facebook, Instagram, WhatsApp, e altri canali di comunicazione. L’ironia che portano deriva dalla decontestualizzazione di scene di film, personaggi, eventi noti al pubblico e dalla loro reinterpretazione. Il fenomeno, che già permeava i social network, è esploso nel mondo medico circa 2 anni fa: a rappresentarne la storia e le dimensioni è il gruppo Facebook “Memedical”. Quest’ultimo è nato per gioco durante il lockdown della primavera 2020 per superare l’isolamento e tentare di lenire e sdrammatizzare il momento storico difficilissimo. Da allora è cresciuto fino a superare i 60000 membri e i 20000 post, arruolando nelle sue schiere sia colleghi neolaureati che scienziati di chiara fama internazionale, tutti capaci di interagire alla pari con gli altri membri a suon di esilaranti ed ironiche iconografie. Il “virus” mediatico che combatte una parte delle sequele psicologiche di quello pandemico ha pian piano superato i confini del web per comparire nelle diapositive presentate ai congressi scientifici, a chiosa di concetti o come conclusione scanzonata di presentazioni impegnative. Riferimenti ai meme e ai loro soggetti vengono frequentemente inseriti nelle conversazioni durante le pause caffè o lungo i corridoi degli ospedali, nelle chat dei colleghi… E ovviamente si sono insinuati anche nella concretezza e serietà della prima riunione dell’Area Giovani 2022 – 2023. Il gruppo Facebook “Memedical”, principale contenitore di queste ironiche (e iconiche) vignette, riservato categoricamente ai medici, è stato fondato da un giovane internista messinese, Nicola Gambadoro, che tuttora lo amministra assieme ad altri colleghi evitando che siano presenti riferimenti a fatti realmente accaduti e a pazienti, e in generale garantendo che quanto viene postato non sia irrispettoso verso altre persone. Il contesto in cui è nato ha fatto sì che, per oltre un anno, la prima regola del gruppo sia stata quella di non parlare di COVID; regola ora rimossa, ma a dispetto dell’attualità questo tema resta in sordina. I temi trattati con ironia sono soprattutto le routine dei reparti ospedalieri, i rapporti tra colleghi giovani e senior, tra diversi specialisti, e tra ospedale e territorio. Scorrendo le vignette è impossibile non sorridere anche di sé stessi: i cardiologi sono tendenzialmente rappresentati come colti ma un po’ troppo supponenti (non a caso vengono spesso definiti come carDIOlogi), e proprio per questo sono tra gli specialisti più bersagliati. Ecco allora che il cardiologo in consulenza in un altro reparto può essere rappresentato dal Marchese del Grillo, ovvero Alberto Sordi, che dice “io so’io, e voi non siete…”; e comunque, prima di evadere la consulenza, attende rilassato come Maria Antonietta i controlli seriati degli indici di miocardiocitolisi.

Alcuni post sono in effetti vera satira, quella che stando alla definizione di J. De Santeuil “castigat ridendo mores”. A tratti invece scorrendo tra le vignette ci si ritrova catapultati in una nuova commedia dell’arte, con personaggi che diventano comici in quanto stereotipati: lo strutturato “boomer”; l’“onnipotente” primario/direttore sanitario; il “piccolo anciolo”, ovvero lo specializzando entusiasta alle prese con le prime sorprese che la routine ospedaliera riserva, e così via. Film e serie televisive rappresentano la fonte principale a cui i memedici seriali si ispirano per le proprie “creazioni”. Forrest Gump, per esempio, seduto sulla sua panchina ci dice: “Il PS è come una scatola di cioccolatini…”

Non mancano nemmeno i riferimenti agli eventi di attualità, anche internazionale o sportiva. Nella primavera 2021, ad esempio, imperversavano i meme che traevano spunto dal blocco del canale di Suez da parte della petroliera Ever Given: il cardiologo interventista vi identificava un ottimo target per un’angioplastica.

È stata poi la volta degli Europei di calcio, con immagini iconiche ispirate al trionfo sull’Inghilterra, e così via. Gli eventi d’attualità possono arrivare ad innescare vere e proprie saghe, così come accade per qualche altro meme particolarmente azzeccato che diventava spunto per altri: si sono ripetuti ad esempio uno “skeletor mythbuster” (pronto a smontare un concetto radicato) o la rivisitazione delle frasi poetiche del Piccolo Principe come massime da “Piccolo Anciolo”, entrambi collocati progressivamente in diversi contesti specialistici.

Persino le linee guida possono essere dissacrate, come è accaduto per l’indicazione al trattamento precoce delle SCA NSTE riportata nelle Linee Guida Europee del 2020. E così tra una risata liberatoria ed anche un sorriso un po’ più amaro sulla nostra quotidianità, i meme sono diventati uno strumento efficace per ciascuno di noi per distrarsi dalla grigia routine. Nel fermento generale della memedicina, da bravi CarDIOlogi, non ci resta che inserirci prepotentemente per dipanare il surrealismo della quotidianità attuale. Ciò perché l’ironia può rendere più serene la gestione e la cura del paziente non solo da un punto di vista organico ma anche e soprattutto psicologico. Ed allora, dall’Area Giovani, buoni meme a tutti!

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