Presentazione in anteprima del Position Paper ANMCO sull’insufficienza cardiaca avanzata

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Presentazione in anteprima del Position Paper ANMCO sull’insufficienza cardiaca avanzata

Un approfondimento sull’ottimizzazione dei percorsi diagnostico-terapeutici dei pazienti candidabili a terapia sostitutiva cardiaca

È stato per noi un estremo piacere l’affluenza numerosa riservata alla Convention dei Centri Scompenso in occasione del 52° Congresso Nazionale ANMCO. È stato un dispiacere constatare che la sala dedicata non era sufficiente ad accogliere tutti i presenti, ma la possibilità di rivedere la Convention online consentirà a molti di riascoltarne i contenuti. Anche quest’anno, in continuità con gli anni precedenti, la Convention è stata l’occasione per discutere un documento promosso dall’Area Scompenso Cardiaco. Come in passato per i documenti sulla rete degli ambulatori cardiologici dedicati allo scompenso cardiaco e sui percorsi dei pazienti con scompenso cardiaco acuto, quest’anno, ad essere presentato, è stato il Position Paper ANMCO sull’insufficienza cardiaca avanzata. Le relazioni, infatti, hanno offerto una visione complessiva dei punti principali affrontati dal documento. Un documento stesso che ha avuto, come obiettivo principale, quello di approfondire i principali aspetti organizzativi, clinici e terapeutici riguardanti i pazienti affetti da insufficienza cardiaca avanzata con una particolare attenzione a quelli candidabili a terapia sostitutiva cardiaca. Un approfondimento che parte dalla analisi della nostra realtà nazionale e che ha coinvolto, tra gli autori, i principali referenti Cardiologi e Cardiochirurghi dei centri italiani dedicati alla terapia sostitutiva cardiaca.
Rispetto ai Documenti di Consenso precedenti, quello sull’avanzato ha una novità terminologica importante. Non viene, infatti utilizzato il termine scompenso cardiaco ma insufficienza cardiaca. Questa scelta nasce dalla considerazione che il primo termine sia, in italiano, più appropriato per definire una condizione acuta, spesso transitoria che può precipitare una condizione cronica di insufficienza cardiaca. Sebbene il termine inglese failure possa essere correttamente tradotto con il termine insufficienza o scompenso, il termine insufficienza cardiaca può essere più appropriato per definire una condizione capace di riacquistare uno stato di compenso clinico ed emodinamico, pur mantenendo, come nel carso dell’insufficienza cardiaca avanzata, caratteristiche di particolare severità clinica. Il documento si articola in tre parti principali. La prima focalizzata sui percorsi diagnostico-terapeutici del paziente con scompenso cardiaco avanzato. La seconda sul paziente candidato al trapianto cardiaco e la terza sul paziente candidato ad assistenza meccanica.
Nella prima parte sono discussi i principali criteri utili a diagnosticare le fasi più avanzate dell’insufficienza cardiaca, elemento imprescindibile per una precoce individuazione dei pazienti ed un invio tempestivo ai centri di riferimento per l’insufficienza cardiaca avanzata. I Documenti di Consenso delle società scientifiche americane e dell’Heart Failure Association non hanno criteri univoci. Nel testo del Documento di Consenso ANMCO vi sono due aspetti importanti ripresi dai documenti internazionali. Il primo si basa sulla necessità, anche nel paziente paucisintomatico, di rilevare quei criteri clinici che dovrebbero essere alla base di un invio precoce al centro di riferimento per la terapia sostitutiva cardiaca. L’acronimo “I NEED HELP” pensiamo possa rappresentare uno strumento particolarmente utile nella pratica clinica quotidiana (Figura 1).

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Il secondo aspetto ribadisce, invece, la rilevanza dei criteri INTERMACS per delineare i percorsi diagnosticoterapeutici dei pazienti con compenso emodinamico compromesso o labile.

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Nella prima parte, oltre ai percorsi, viene dedicata un’ampia discussione ai principali aspetti della gestione multiprofessionale e multidisciplinare dell’insufficienza cardiaca avanzata, così come i principali setting assistenziali (dal territorio, ai centri dedicati alla terapia sostitutiva cardiaca, sino alla rete per le cure palliative). In questa parte è anche descritta la attuale organizzazione del Centro Nazionale e dei Centri Regionali dedicati a trapianto di cuore e descritti gli attuali criteri per le urgenze dei pazienti inseriti in lista attiva.
La seconda parte è dedicata ai criteri per definire la candidabilità dei pazienti a trapianto di cuore. Sono riportate tutte le informazioni che possono essere utili anche ai centri scompenso che non hanno una attività di terapia sostitutiva cardiaca per una valutazione di eleggibilità, dalle indicazioni alle controindicazioni basate sulle principali valutazioni di screening.
Sono infine descritti i principali approcci farmacologici e non che consentono ai pazienti in lista attiva di giungere al trapianto di cuore. Tra le terapie farmacologiche viene riportata la possibile utilità degli inotropi, mentre tra le terapie non farmacologiche l’utilità del supporto temporaneo al circolo, della terapia elettrica (impianto di cardiovertitore defibrillatore, terapia di resincronizzazione ventricolare, ablazione transcatetere mediante radiofrequenza). Una parte finale descrive un altro aspetto particolarmente rilevante, ovvero, ciò che il Cardiologo deve conoscere per la gestione dei pazienti post-trapianto di cuore.
L’ultima parte alla valutazione del paziente candidato ad assistenza ventricolare meccanica. Vengono riportati in dettaglio i criteri definiti dal Centro Nazionale Trapianto per valutare l’elegibilità dei pazienti, da quelli clinici a quelli ecocardiografici. Anche in questa parte vi è un’ampia discussione sulla gestione postimpianto di assistenza ventricolare meccanica. In attesa di poter leggere il Documento di Consenso, appena pubblicato, invitiamo tutti a rivedere la Convention disponibile online. Siamo sicuri che la Convention come il Documento di Consenso potranno essere utili non solo ai Cardiologi che si occupano di insufficienza cardiaca. Ci auguriamo, inoltre, che possa promuovere l’ottimizzazione di percorsi diagnostico-terapeutici delle fasi più avanzate dell’insufficienza cardiaca, che troppo spesso non vengono riferiti tempestivamente ai centri dedicati alla terapia sostitutiva cardiaca vedendosi precluse tutte le possibili opportunità terapeutiche.

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