Parte seconda: 1971 – 1980
L’autonomia della Cardiologia, le Unità Coronariche, i rapporti con la SIC e con l’ANCE, gli sforzi per la standardizzazione di terminologia e metodiche, l’impegno per la qualità delle presentazioni agli appuntamenti congressuali e associativi, gli obiettivi strategici.
I primi anni ‘70 vedono affermarsi il concetto che “la Cardiologia moderna non può più essere intesa come una branca della Medicina interna e che, viceversa, deve essere svolta ed esercitata da chi si dedica completamente a questa Disciplina, cioè dai Cardiologi e non dagli Internisti”. Sul piano operativo e organizzativo il concetto si traduce nella progressiva attivazione di Strutture Ospedaliere Cardiologiche autonome. Il ruolo della Cardiologia quale Disciplina autonoma viene consolidato dalla nascita delle Unità Coronariche, “una tra le più specifiche attività cardiologiche”. Ma l’autonomia della Cardiologia viene ancora una volta messa in discussione e questa volta sono gli Anestesisti Rianimatori che “si sostituiscono agli Internisti nel perseguire il disegno utopistico di curare ‘tutto e bene’ e cercano di contendere ai Cardiologi (ed in qualche caso ci riescono) la responsabilità della gestione delle Unità Coronariche, una attività estremamente specifica che costituisce solo un momento di un atto unitario rivolto a coprire tutto l’arco della malattia, dalla fase acuta, alla sub-acuta, alla riabilitativa”.
“Emergenza e terapia intensiva: un equivoco che va chiarito” – P.F. Fazzini (Notiziario n. 33, pagine 1 e 10).
Parallela alla problematica dell’autonomia è quella relativa ai rapporti con la Società Italiana di Cardiologia. Sull’argomento, i numeri di “Cardiologia negli Ospedali” della seconda metà degli anni ‘70 ospitano una notevole quantità di interventi di Dirigenti e Associati (Piccolo, Grazzini, Bossi), sintetizzati nell’articolo firmato da M. Lombardi e pubblicato in prima pagina con il titolo: “Collaborazione ANMCO-SIC. Il congresso unificato non basta … bisogna conciliare le esigenze della ricerca e della didattica con quelle dell’assistenza”: “Alla Facoltà Medica, mantenuta nel contesto universitario, preminenti funzioni di didattica e di ricerca con il diritto di fare assistenza anche al fine di esercitare al meglio le due tipiche funzioni istituzionali: nel fare assistenza peraltro la Facoltà Medica non può sottrarsi alle leggi che regolano la stessa ovunque venga attuata e tanto meno uscire dalle linee della programmazione sanitaria nazionale e regionale; tutto ciò può essere perfettamente conciliabile con quella autonomia e libertà che deve essere riconosciuta alla Università come a tutte le Istituzioni pubbliche. All’Ospedale preminenti funzioni assistenziali con diritto alla partecipazione alle attività di insegnamento e di ricerca, come contributo necessario alla formazione del medico e dello specialista e come irrinunciabile mezzo di qualificazione permanente dell’assistenza stessa.” (M. Lombardi, Notiziario n. 37, pagine 1 e 8).
Compaiono anche i primi articoli sui rapporti con l’Associazione Nazionale dei Cardiologi Extraospedalieri: “Nell’incontro fiorentino è emerso come fondamentale punto di intesa il concetto che la grande diffusione delle malattie di cuore e gli imponenti problemi assistenziali e sociali che ne derivano costituiscono una sollecitazione per i cardiologi a muoversi unitariamente sul piano organizzativo, avendo per scopo essenziale l’interesse del paziente nell’economie della gestione”. “ANMCO-ANCE. Primo incontro regionale” – P.F. Fazzini (Notiziario n. 37, pagine 5 e 6).
Intanto viene prodotto un forte impegno per utilizzare un linguaggio comune nella pratica clinica attraverso la rubrica “Standardizzazione della terminologia e delle metodiche”, curata da M. Bossi, E, Piccolo, G. Balestra; i risultati di questa iniziativa vengono analizzati in uno specifico articolo (“Dopo tre anni di attività”), nel quale viene precisato che “L’elaborato finale di queste iniziative vuole essere l’opinione dei cardiologi italiani e non di una singola scuola o gruppo”… “Questo, a parere non solo mio, costituisce una manifestazione di vita associativa che può veramente avvicinare tutti i Soci” – M. Bossi (Notiziario n. 35, pagina 3).
Altro ambito di forte impegno è quello della qualità delle presentazioni in occasione degli appuntamenti congressuali e associativi: “Le diapositive hanno lo scopo di facilitare all’ascoltatore la comprensione di quanto dice l’oratore,… Mentre buone diapositive possono contribuire molto al successo dell’oratore, cattive diapositive possono far naufragare un testo eccellente”. “Miglioriamo le nostre diapositive” – V. Puddu e E. Piccolo (Notiziario n. 38, pagina 3).
Il decennio si conclude con l’individuazione di tre importanti appuntamenti strategici per l’operatività dell’Associazione: “Il primo è quello di dare alla cardiologia la completa dignità di materia a sé e non affine alla medicina generale, … Il secondo appuntamento riguarda la partecipazione della cardiologia ospedaliera all’insegnamento universitario, specie nelle scuole di specialità. … Terzo ma non ultimo appuntamento è la funzione della cardiologia ospedaliera nel territorio, sia per quanto concerne il servizio da dare al malato che nei rapporti con i cardiologi extraospedalieri”. “Dove si va. Tre appuntamenti per l’ANMCO” – E. Piccolo (Notiziario n. 39, pagine 1 e 8).