L’intelligenza artificiale in Cardiologia: tra passato presente e futuro

HomeDalle Aree

L’intelligenza artificiale in Cardiologia: tra passato presente e futuro

IA in Cardiologia dai primi sistemi di interpretazione dell’ECG alla personalizzazione del trattamento

Dal dottor Google al dottor IA: l’evoluzione dell’intelligenza artificiale in Cardiologia

Dal consulto con il dottor Google al consulto con il dottor IA, il salto è stato più breve di quanto si possa immaginare. Nel giro di pochissimi anni l’intelligenza artificiale (IA) è emersa come una forza prorompente e trasformativa in molti campi e la Cardiologia non fa eccezione. Sfruttando enormi quantità di dati e algoritmi sofisticati, l’IA sta rimodellando il modo in cui diagnostichiamo, trattiamo e comprendiamo le malattie cardiovascolari. Infatti, siamo passati dal cercare i sintomi di un tumore su un motore di ricerca ad utilizzare algoritmi di machine learning per individuare tempestivamente un infarto, a riconoscere una stenosi coronarica “difficile” e a scegliere il trattamento o la procedura più indicata per una malattia cardiaca. Tutto ciò ha richiesto tempo ed i risultati non sono sempre stati quelli sperati ma in un futuro neanche troppo lontano l’intelligenza artificiale modificherà in maniera radicale l’operato dei medici e l’interazione con i pazienti.

Il Passato: l’ECG come rudimento dell’integrazione dell’IA in Cardiologia
Il viaggio dell’IA in Cardiologia è iniziato alla fine del XX secolo con l’avvento dei sistemi computerizzati per l’analisi dei dati. Le prime applicazioni si concentravano sull’automazione dei compiti di routine e sul miglioramento della precisione diagnostica. In questo contesto, negli anni ‘80 e ‘90 lo sviluppo di sistemi di interpretazione dell’elettrocardiogramma (ECG) hanno segnato una pietra miliare verso l’integrazione dell’IA nella diagnostica cardiaca. Questi primi sistemi, come quelli sviluppati da Hewlett-Packard e GE Healthcare, potevano analizzare i segnali ECG e rilevare aritmie ed altre anomalie, tuttavia, le loro capacità diagnostiche erano limitate rispetto ai Cardiologi umani. Nei primi anni 2000, le tecniche di machine learning (ML) hanno iniziato a guadagnare terreno. I ricercatori hanno iniziato a utilizzare algoritmi di ML per prevedere la prognosi e stimare il rischio cardiovascolare dei pazienti. Questi primi modelli, sebbene rudimentali rispetto agli standard odierni, hanno gettato le basi per applicazioni di IA più sofisticate.

Il Presente: l’Imaging e la predizione del rischio
Ad oggi l’AI è profondamente integrata in tutti i campi della Cardiologia dall’imaging all’analisi del rischio cardiovascolare fino alla personalizzazione del trattamento. L’analisi quotidiana delle immagini cardiologiche può essere noiosa e richiedere molto tempo, tuttavia, il nostro lavoro quotidiano è notevolmente migliorato da quando gli algoritmi di IA possono analizzare immagini mediche da ecocardiogrammi, risonanza magnetica e tomografia computerizzata con una precisione straordinaria ed una velocità notevole. Ad esempio, attraverso le cosiddette rete neurali, oggi è possibile rilevare una stenosi coronarica funzionalmente significativa mediante una valutazione tridimensionale (3D) della FFR (Fractional Flow Reserve) basata sull’angiografia. I modelli di IA sono utilizzati per prevedere il rischio di eventi cardiovascolari come infarti o ictus. Analizzando le cartelle cliniche elettroniche (EHR) si possono prevedere il rischio di infarto ed ictus identificando quei pazienti ad alto rischio che potrebbero beneficiare di misure preventive. I dispositivi indossabili come ad esempio smartwatch o fasce per le rilevazione della frequenza cardiaca integrano algoritmi di IA che consentono il monitoraggio continuo della salute del cuore. Questi dispositivi possono rilevare ritmi cardiaci irregolari, tracciare l’attività fisica e fornire dati in tempo reale sia ai pazienti che al personale medico da remoto facilitando interventi tempestivi e soprattutto lo sviluppo di applicazioni di telemedicina. Infine l’intelligenza artificiale analizzando informazioni genetiche, stili di vita e dati clinici, può consigliare le terapie più efficaci per il singolo paziente e prevederne la risposta.

Il Futuro: l’integrazione con la robotica ed il supporto decisionale avanzato
Il futuro dell’IA in Cardiologia promette avanzamenti ancora maggiori: il supporto decisionale avanzato, l’integrazione con la robotica o lo sviluppo di nuovi farmaci sono solo una parte dei campi di applicazione che in futuro saranno rivoluzionati dall’IA. I sistemi di supporto decisionale basati sull’IA assisteranno i Cardiologi nel prendere decisioni più informate mentre gli algoritmi di analisi predittiva avanzata incorporeranno dati ancora più complessi, inclusi genomica, proteomica e informazioni sul microbioma, per prevedere il rischio cardiovascolare con una precisione senza precedenti. L’integrazione dell’IA con la robotica potrebbe rivoluzionare la Cardiologia interventistica ed i robot guidati dall’IA potrebbero eseguire procedure complesse con maggiore precisione e minor invasività, abbreviando i tempi di degenza e migliorando la prognosi dei pazienti. Dai rudimentali strumenti diagnostici a sistemi sofisticati, predittivi e personalizzati, l’integrazione continua dell’IA nella Cardiologia promette di migliorare la nostra comprensione delle malattie cardiovascolari e rivoluzionare il nostro modo di lavorare. Questo incredibile viaggio è tutt’altro che concluso e i prossimi decenni porteranno probabilmente avanzamenti ancora più rivoluzionari e per questo ci sarà bisogno fin da ora di una classe di professionisti culturalmente pronti ad accettare ed integrare questi sistemi innovativi nella pratica clinica.

I limiti dell’IA
Sebbene l’intelligenza artificiale stia rivoluzionando, come detto, ogni aspetto della Cardiologia moderna, ci sono alcune considerazioni da fare rispetto a potenziali problemi di cui bisogna tenere conto come la qualità, l’interpretabilità e la trasparenza dei dati ma soprattutto gli aspetti etici legati al suo utilizzo. I sistemi di IA in Cardiologia dipendono fortemente da grandi quantità di dati per addestrare gli algoritmi. La qualità e la rappresentatività di questi dati sono cruciali per ottenere risultati accurati. Molti modelli di IA, specialmente quelli basati sul deep learning, operano come “scatole nere”, il che significa che i loro processi decisionali non sono facilmente comprensibili dagli esseri umani. L’integrazione dell’IA in Cardiologia pone significative sfide regolatorie ed etiche. In questo contesto, gli organismi regolatori faticano a tenere il passo e spesso mancano quadri normativi solidi per valutare e approvare gli strumenti basati su IA. In ultimo c’è la paura diffusa di come una dipendenza eccessiva dagli strumenti di IA può portare alla dequalificazione dei professionisti sanitari. Qui però dobbiamo sottolineare che a monte ed a valle dell’IA ci sia sempre l’intelligenza umana e che la programmazione e la successiva interpretazione dei modelli di IA deve sempre rimanere in mano al medico.

Autori