La Federazione Italiana di Cardiologia partecipa quest’anno ad un importante e ambizioso programma strategico della Società Europea di Cardiologia per costruire e sostenere un dialogo continuo con i decisori politici italiani con l’obiettivo prioritario di promuovere la salute cardiovascolare. Secondo i dati del Global Burden of Disease, le malattie cardiovascolari sono responsabili del 36% di tutte le morti e del 20% delle morti premature in Europa, impattando profondamente sulla vita degli oltre 60 milioni di persone che convivono con le malattie cardio-cerebrovascolari e dei loro caregivers. Sull’onda del successo del piano europeo di lotta contro il cancro e della Healthier together Initiative, che per la prima volta affronta le malattie non trasmissibili con quell’approccio olistico, globale e sistemico utilizzato nell’EU Cancer Plan, i pazienti e i clinici concordano sull’esigenza di sviluppare una visione integrata delle patologie cardio-cerebro-vascolari per dare attuazione a una serie di interventi di prevenzione, diagnosi e cura, sia di tipo clinico che organizzativo gestionale, nell’ambito dell’assistenza territoriale e ospedaliera. A livello europeo, e per la prima volta anche a livello italiano, si sta così consolidando l’idea dell’importanza di dover disporre di un piano interamente dedicato alle patologie cardio-cerebro-vascolari, sul modello dei piani di settore delle principali patologie croniche non trasmissibili, per avere una visione d’insieme, che oggi manca, di queste patologie.
Negli ultimi tempi, questa istanza è stata presa in carico da alcuni governi europei, come quello spagnolo, che a marzo 2022 ha pubblicato la sua “Estrategia en Salud Cardiovascular del Sistema Nacional de Salud”, una strategia che promuove l’equità nell’accesso e nella presa in carico dei pazienti cardiovascolari facendo leva non solo sulla promozione della salute, la prevenzione, la diagnosi precoce e la riabilitazione, ma anche sull’educazione e la formazione, la ricerca e l’innovazione tecnologica. Nella strategia, redatta da un gruppo di lavoro multiprofessionale, si pone l’accento sulla continuità assistenziale e la multidisciplinarità della presa in carico, al pari dell’empowerment del paziente, tema quest’ultimo di attualità all’interno della comunità scientifica.
La IFC con la Società Europea di Cardiologia intende organizzare un gruppo di politica cardiovascolare allo scopo di indirizzare il governo italiano e le leggi che riguardano i professionisti cardiovascolari, comprese le priorità nei finanziamenti per la ricerca, la diagnosi e la cura della principale causa di morte in Italia. Il sostegno agli ospedali, al personale, alle attrezzature e la risposta alle esigenze degli operatori sanitari è tutto a valle della politica. Ciò potrà essere ottenuto con un impegno diretto da parte delle Società cardiologiche nazionali.
A tale scopo sarà istituito un gruppo di esperti per influenzare la politica allo scopo di creare un piano sanitario cardiovascolare nazionale. Esiste quindi la necessità di organizzare e diffondere le informazioni sull’importanza e sull’impatto delle patologie cardiovascolari alla politica per incoraggiare lo scambio delle migliori pratiche cliniche e le opportunità di rappresentanza. L’istituzione di un piano sanitario cardiovascolare dell’Italia che collochi la salute cardiovascolare come una priorità governativa richiede messaggi consolidati e mirati per un periodo di tempo significativo (massimo 5 anni). L’aggregazione di almeno 5 stati membri dell’UE (idealmente grandi stati membri) è necessaria per suscitare un’attenzione significativa a livello europeo e una conseguente azione incisiva perché gli stessi policy maker a livello europeo sono anche quelli che stabiliscono poi successivamente la politica nazionale. Il progetto Advocacy della Federazione Italiana di Cardiologia sotto l’egida della Società Europea ha l’ambizioso scopo di progettare un “Piano cardiovascolare nazionale strategico del sistema sanitario nazionale” allo scopo di combattere le malattie cardiovascolari e di portare la nostra nazione a un rischio cardiovascolare basso.