Un breve report dalla Convention Next Generation ANMCO 2023

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Un breve report dalla Convention Next Generation ANMCO 2023

Un’iniziativa innovativa che si inserisce nel solco tracciato dai Corsi Next Generation ANMCO

Riuniti a Spoleto, giovani cardiologi ed esperti ANMCO si sono confrontati su molti ambiti della Cardiologia, soprattutto quelli più innovativi e quelli che presentano maggiori incertezze e difficoltà nella gestione clinica

Nei giorni 14 e 15 luglio 2023 si è svolta a Spoleto la prima Convention Next Generation ANMCO, ispirata all’omonimo progetto fortemente voluto dal Past President Furio Colivicchi, consolidato dal Presidente attuale Fabrizio Oliva e realizzato dal Coordinatore del Centro Studi della Fondazione per il Tuo cuore Aldo Pietro Maggioni. Proprio il Presidente Oliva e il Coordinatore del Centro Studi hanno aperto i lavori, evidenziando l’impegno dell’ANMCO nel processo di crescita e di valorizzazione della generazione di giovani cardiologi, soprattutto nel campo della ricerca, e sottolineando come l’iniziativa abbia come obiettivo quello di dare dei fondamenti di metodologia degli studi scientifici, di far emergere delle idee di ricerca sulle aree grigie e gli unmet needs nei vari ambiti clinici, ed infine di creare un network di giovani cardiologi e ricercatori che possano partecipare a studi ANMCO e che possano costituire in futuro l’ossatura della ricerca ANMCO. Con un approccio innovativo e proprio nell’ottica di valorizzare i giovani, ad essi sono state affidate tutte le relazioni; la discussione invece era stimolata e guidata da un ampio panel di esperti “senior”. La prima sessione della Convention è stata dedicata allo scompenso cardiaco acuto: Vittorio Pazzanese ha presentato un caso clinico, focalizzando l’importanza del monitoraggio per valutare la severità del quadro e l’evolutività del paziente, l’importanza di una corretta diagnosi eziologica, considerato il possibile overlapping dei fenotipi, nonché il ruolo del ventricolo destro e della dipendenza dal precarico dei ventricoli. A seguire, Francesca Giordana ha parlato dello scompenso cardiaco acuto del cuore destro, la camera cardiaca più anteriore, più esposta a traumi e più complessa da studiare per la sua forma. È stato quindi messo in luce il grande rilievo clinico dello studio dell’accoppiamento ventricolo-arterioso mediante misurazione invasiva della P/V loop, la quale fornisce informazioni importanti sia sul precarico che sul postcarico. Molto vivace la discussione che ne è seguita, moderata da Claudio Bilato e Alessandro Navazio e animata da Serafina Valente, Aldo Pietro Maggioni e Luigi Tavazzi. La seconda sessione, dal titolo “Aritmologia 3.0: tra bisogni clinici inevasi ed esperienze consolidate” è stata moderata dal presidente designato Massimo Grimaldi e da Michele Massimo Gulizia. Il caso clinico esemplificativo presentato da Maria Chiara Gatto ha portato alla luce alcuni gaps in evidence nel trattamento del paziente con scompenso cardiaco e ha descritto l’ambito di impiego della Cardiac Contrattility Modulation (CCM). La relazione di Andrea Matteucci ha messo in evidenza i dati dei trial clinici randomizzati FIX-HF-5 e FIX-HF- 5C2 che hanno dimostrato un miglioramento della qualità di vita nei pazienti con insufficienza cardiaca sottoposti ad impianto di CCM, dati confermati anche dagli studi di real-world. La terza sessione della Convention è stata invece dedicata all’importanza della Ricerca in ANMCO.

Aldo Pietro Maggioni, partendo dall’esperienza di ricerca osservazionale EurObservational Research Programme e SwedeHeart, ha presentato il progetto EuroHeart proposto dalla Società Europea di Cardiologia (ESC), per il quale l’Italia potrebbe essere un Paese candidato. L’obiettivo è costituire un network tra diversi paesi europei con lo scopo di condividere piattaforme di raccolta dati riguardo le principali patologie cardiologiche (sindromi coronariche acute, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale e valvulopatie), al fine di migliorare lo standard di cure. A seguire, si è svolta una tavola rotonda dedicata alle prospettive future del progetto Next Generation ANMCO, a network for clinical research, di cui sono in programma altre edizioni a partire dall’autunno 2023. Questa è stata anche l’occasione per discutere di quali possono essere gli ostacoli da superare nella fase di implementazione della ricerca nei centri ospedalieri, in un contesto in evoluzione e anche in relazione agli impegni clinici e alle situazioni di carenza di personale, un punto che sarà poi oggetto di discussione anche agli Stati Generali ANMCO di settembre 2023. Nella quarta sessione, intitolata “Incertezze nell’ambito dello Scompenso Cardiaco” e moderata dal presidente della Fondazione per il Tuo cuore Domenico Gabrielli, e da Giuseppe Imperoli, Maurizio Bertaina ha illustrato la complessità delle scelte terapeutiche e di prevenzione della morte cardiaca improvvisa nel paziente con scompenso cardiaco. Oltre alla frazione d’eiezione sono cruciali: presentazione clinica, anamnesi familiare, genotipi a rischio e presenza e distribuzione della fibrosi miocardica alla risonanza magnetica cardiaca. A seguire, Silvia Castelletti ha ribadito questi concetti concentrandosi, in particolare, sul rischio aritmico delle cardiomiopatie ipocinetiche non ischemiche. Dalla relazione è emersa la povertà di evidenze, in particolare per la cardiomiopatia aritmogena e nei casi con discrepanza genotipo/fenotipo; mancano inoltre dati forti per interpretare il Late Gadolinium Enhancement, specialmente in relazione alla sua distribuzione. Nella quinta sessione, dedicata alla prevenzione, si è discusso sulle principali novità relative all’ipercolesterolemia e al suo trattamento. Iniziando da un caso clinico, presentato da Alessandro Alonzo, a seguire Pietro Scicchitano ha puntato l’attenzione su meccanismi d’azione e tollerabilità degli ultimi farmaci commercializzati, inclisiran e acido bempedoico, nonché sul ruolo dei trigliceridi e dei farmaci in grado di ridurne i livelli ematici (ad esemplio icosapent ethyl), come dimostrato nello studio dedicato REDUCE IT. Il futuro del management delle dislipidemie vede come protagonisti gli oligonucleotidi antisenso, quali il volanesorsen e olezarsen. Successivamente, Nunzia Simona Borrelli ha sottolineato la già nota importanza dell’obesità come fattore di rischio cardiovascolare attraverso la presentazione di un caso clinico di un paziente con malattia aterosclerotica coronarica precoce: la presenza di una significativa obesità, associata ad ulteriori fattori di rischio (sia convenzionali che non convenzionali), ha contribuito in maniera decisiva al manifestarsi di complicanze, sin dalla giovane età. A seguire, Emilia D’Elia ha illustrato le terapie farmacologiche attualmente disponibili per l’obesità, rimarcando anche le multiple comorbidità associate e i benefici ottenibili con la perdita di peso. Durante la sesta e ultima sessione, dedicata alle sindromi coronariche acute, Filippo Zilio ha presentato due casi clinici soffermandosi sull’aspetto gestionale della terapia antitrombotica nella sindrome coronarica acuta (SCA). Il primo caso clinico ha riguardato la gestione della doppia terapia antiaggregante (DAPT) dopo un episodio di SCA in un paziente ad elevato rischio trombotico ed emorragico, mentre il secondo caso clinico presentato ha evidenziato le difficoltà diagnostiche e terapeutiche nell’ambito dei MINOCA. Il relatore, concludendo, ha sottolineato che la gestione delle SCA con elevato rischio trombotico ed emorragico e dei MINOCA è riconducibile alla frase pirandelliana “uno, nessuno o centomila”, ove “uno” fa riferimento all’unicità di questi pazienti, “nessuno” alla scarsa rappresentanza di tali situazioni cliniche negli studi a disposizione in letteratura, e “centomila” alle possibili gestioni di questi casi particolari a seconda del medico che le incontra. A seguire, Claudio Montalto ha approfondito l’ambito della terapia antitrombotica prolungata e della terapia di “deescalation”, presentando gli studi principali, quali PEGASUS, DAPT trial e COMPAS, e le indicazioni delle linee guida e dei documenti di consenso. Un evento quindi molto intenso e ricco di contenuti, ma anche un’ottima occasione per focalizzare i limiti degli studi e le incertezze con cui ci si confronta nella pratica clinica, che possono diventare oggetto di studio; e, al contempo, un’ottima occasione per rafforzare il network di ricerca che ANMCO sta creando puntando alle nuove generazioni di cardiologi.

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