La transizione digitale in medicina: appunti per un ragionamento

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La transizione digitale in medicina: appunti per un ragionamento

Si parla sempre più spesso di medicina digitale ma non sempre sono chiari il significato e l’entità del cambiamento a cui si sta andando incontro

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la medicina digitale come “l’uso di tecnologie informatiche e della ICT (Information Communication Technology) a vantaggio della salute umana”. La Medicina Digitale comprende quindi le tecnologie innovative quali la telemedicina e l’intelligenza artificiale, ma anche la medicina di precisione e i big data. E’ grazie agli sviluppi tecnologici infatti che molte pratiche di assistenza sanitaria possono essere effettuate anche a distanza, e può essere raccolta e analizzata una enorme mole di dati (big data), consentendo così di poter trarre conclusioni sempre più precise e personalizzate sui profili di malattia e di cura. Questa definizione, pur corretta e precisa, non aiuta però a comprendere l’impatto che le tecnologie digitali hanno sulla vita quotidiana e sui processi connessi con la salute. In questo ci vengono in supporto gli economisti che definiscono il periodo che stiamo vivendo come la quarta rivoluzione industriale. Ciò significa che le tecnologie digitali al pari del vapore nel 1700, dell’elettricità nell’800 e dell’elettronica a fine Novecento, stanno trasformando il nostro modo di vivere, di lavorare e di relazionarci. Nella vita quotidiana è evidente come l’uso degli smartphone, dei social media e in generale dei nuovi dispositivi stia cambiando le nostre abitudini, ma se si fa riferimento nello specifico alla medicina si può affermare che le nuove tecnologie stanno trasformando i tempi e gli spazi della salute. Basta pensare all’uso sempre più diffuso delle applicazioni per smartphone per rilevare parametri vitali di base come la frequenza cardiaca ma anche per annotare digitalmente l’andamento della glicemia o ancora per monitorare abitudini quotidiane come l’entità e le modalità dei movimenti, il numero di passi effettuati e il tempo dedicato all’attività sportiva. Da una parte il medico si trova di fronte a un numero di informazioni molto maggiore rispetto al passato, e dall’altra il paziente non ha più un ruolo passivo ma diviene consapevole, e partecipa al processo di cura divenendo parte attiva nella tutela della propria salute. Da un sistema centrato su medici e istituzioni stiamo passando a un sistema che mette al centro il paziente e le nuove tecnologie.

COVID – 19 e il cambio di passo
Si sta realizzando un cambiamento culturale importante verso il quale COVID – 19 ci ha involontariamente instradato. Già prima della pandemia il cambiamento era in atto, ma è con COVID – 19 che abbiamo avuto dimostrazione di come il digitale possa realmente aiutarci sia in termini di gestione pratica – clinica dei pazienti sia in termini di organizzazione del sistema. Nei primi mesi di lockdown ci si è trovati a gestire una situazione paradossale: se da una parte i ricoveri e le morti per COVID – 19 erano in aumento dall’altra si assisteva a una netta riduzione degli accessi in ospedale per i regolari controlli dei pazienti cronici. Si stava andando incontro a una netta riduzione della qualità delle cure. E’ stato quindi necessario ripensare l’organizzazione del Servizio sanitario nazionale ridefinendo ruoli e responsabilità. In questo le tecnologie digitali hanno avuto, hanno e avranno un ruolo strategico, con la telemedicina che ha consentito di assistere i pazienti senza farli spostare da casa, riducendo così il rischio del contagio. La condivisione sostanzialmente immediata e sincrona delle conoscenze è stata poi fondamentale per arrivare a preparare in tempi rapidissimi il vaccino.

Dal digitale alla medicina di precisione
Per medicina di precisione (o medicina personalizzata o stratificata) si intende il tentativo di personalizzare il più possibile prevenzione, diagnosi e cure in base alle caratteristiche della singola paziente o del singolo paziente. Il medico ha da sempre percepito la necessità che la terapia dovesse essere personalizzata. A lungo sono però mancate le conoscenze e gli strumenti tecnologici per rendere concreta questa visione. Nel 2000 il sequenziamento del genoma umano ha consentito un passo fondamentale in questa direzione, anche dal punto di vista terminologico. Da genoma si è passati a esposoma, proteoma, fino al concetto esteso di “medoma”, e “panoma”. Ma il vero impulso alla medicina di precisione viene dato nel 2015 da Barack Obama, allora Presidente degli Stati Uniti, che lanciò la “Precision Medicine Initiative” stanziando 215 milioni di dollari del budget presidenziale al fine di “accelerare le scoperte biomediche e fornire ai clinici nuovi strumenti, conoscenze e terapie in grado di selezionare i trattamenti che funzionano meglio per ciascun paziente”.

I big data
Strettamente collegato con la medicina di precisione è l’utilizzo dell’immensa (nel pieno significato del termine-sconfinata, illimitata) mole di dati che vengono continuamente generati grazie alle tecnologie digitali, basti pensare alle applicazioni e ai dispositivi per smartphone che tracciano le abitudini e i parametri clinici di ciascuno (temperatura corporea, frequenza cardiaca, pressione arteriosa) e alle nuove tecniche di diagnostica medica. Utilizzare questi dati in modo appropriato consente di conoscere in dettaglio le caratteristiche fisiche, cliniche, genomiche del paziente oltre alle abitudini, ai comportamenti e all’interazione con l’ambiente così da cucire realmente la medicina sulle caratteristiche individuali. Il problema attuale però è che molti dei dati che vengono generati non vengono utilizzati in quanto non sono classificabili né ordinabili. Al momento l’uso dei Big Data è una delle sfide maggiori della medicina digitale. Tuttavia la definizione stessa di “Big Data” consente di prevedere la progressiva espansione delle capacità di raccogliere e utilizzare i dati, con strumenti di raccolta e analisi che sono in continuo progresso, e per cui tutti i Sistemi Sanitari stanno investendo ingenti risorse amministrative, tecnologiche e scientifiche. Se il progresso proseguirà nella direzione tracciata tramite l’intelligenza artificiale nelle sue diverse forme, si potranno mettere a punto strumenti di supporto al medico capaci di analizzare e interpretare i dati disponibili così da consentire una diagnosi precoce e un trattamento personalizzato con una migliore risposta alla terapia, un minore rischio di effetti negativi e un netto risparmio di risorse. Alcuni termini di introduzione recente come “Systems Medicine”, “One Health”, “Urban Health”, “Rural Health”, “Digital Twin”, sono ormai comuni nell’impiego da parte degli esperti internazionali di Medicina Digitale e li affronteremo nelle prossime uscite di questi Appunti. Questi termini sono stati coniati e hanno senso operativo grazie all’evoluzione digitale della Medicina e alla possibilità di affiancare al Medico, senza sostituirlo, strumenti adatti ad utilizzare al meglio i dati disponibili non solo in senso clinico ma anche esistenziale e ambientale, per fare sì che le scelte in senso clinico vedano il paziente consapevolmente al centro dei processi di prevenzione, cura e riabilitazione.

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