Gli Ambulatori Scompenso del Veneto fanno rete
Dall’Ospedale al Territorio: è necessaria la costruzione di un continuum assistenziale centrato sul paziente
Grande successo di partecipazione per la prima convention degli Ambulatori Scompenso del Veneto, che si è svolta a Padova il 12 novembre 2022 e che ha visto riuniti oltre 150 professionisti coinvolti nei vari Centri della nostra Regione. Questo primo esperimento a livello regionale, e forse nazionale, vuole essere l’inizio di una tradizione che raccolga le diverse esperienze maturate da parte di chi, sia in ambito medico che infermieristico, lavora negli ambulatori dello scompenso cardiaco, a partire dal livello territoriale fino a quello avanzato. Lo scopo dell’incontro è stato quello di gettare le basi per la creazione di una Rete regionale degli ambulatori dello Scompenso, con il fine non solo di aumentare i livelli di assistenza dei nostri pazienti, ma anche di promuovere la cultura e la conoscenza, e possibilmente anche di stimolare la ricerca scientifica. La giornata è iniziata con un aggiornamento sui dati epidemiologici dello scompenso cardiaco che, con un importante impatto non solo clinico ma anche sociale ed economico, costituisce un’epidemia crescente ed è uno dei maggiori problemi sanitari nel mondo occidentale. Dopo un riepilogo sugli strumenti utilizzati per la stratificazione prognostica e sulle novità dalle Linee Guida ESC nel trattamento farmacologico dei pazienti con HFrEF, i lavori sono proseguiti con una sessione dedicata ad un update su evidenze e modalità di impiego dei “4 pilastri” della terapia farmacologica: bloccanti del sistema RAAS, betabloccanti, antialdosteronici, SGLT2 inibitori.
Ampio spazio è stato dedicato anche al ruolo dei “farmaci da non dimenticare” ricordando indicazioni, “non indicazioni” e modalità di impiego di digitale e ivabradina ma anche fornendo consigli pratici nell’ utilizzo dei diuretici, ribadendone il ruolo non secondario. Dai vecchi farmaci si è passati ad una sessione dedicata alle novità (o quasi) della terapia farmacologica, dai chelanti del potassio al vericiguat, facendo il punto anche su indicazioni e modalità di utilizzo del ferro carbossimaltosio. Non si è parlato solo di farmaci, ma anche di terapia non farmacologica dello scompenso, con un aggiornamento su resincronizzazione ventricolare e stimolazione “fisiologica”, sulle indicazioni all’ablazione della fibrillazione atriale e sulle modalità di trattamento percutaneo dell’insufficienza mitralica e tricuspidalica, concludendo con un update su tecniche e indicazioni alla ultrafiltrazione “gentile” nei pazienti con insufficienza cardiaca refrattaria alla terapia diuretica. Nell’ultima parte della giornata sono stati discussi gli aspetti più prettamente organizzativi-gestionali dell’ambulatorio scompenso. Questa sessione, molto sentita e partecipata, ha dato voce a tutti i professionisti coinvolti, dai medici ospedalieri ai medici dell’assistenza primaria, agli infermieri, parte integrante e fondamentale per la presa in carico di questi pazienti.
Il tema della multidisciplinarietà e della multiprofessionalità, comune a molti ambiti della medicina, è particolarmente vero e sentito nel percorso terapeutico dei pazienti con scompenso cardiaco, che presentano caratteristiche cliniche ed esigenze assistenziali diverse a seconda dello stadio della malattia, la cui gestione efficace non può dunque prescindere da un approccio integrato, ospedaliero e territoriale, adattato alle necessità del singolo paziente. A questo fine, e considerando che attualmente nel Veneto ci sono circa 80.000 pazienti affetti da scompenso cardiaco, con un incremento costante dell’incidenza di 2-3.000 pazienti ogni anno, a cui corrisponde una richiesta crescente di risorse, appare cruciale sviluppare e promuovere un modello integrato regionale di cura di questi pazienti.
Lo schema proposto dal Documento di Consenso ANMCO che prevede tre livelli assistenziali dell’Ambulatorio Scompenso (Territoriale, in stretta collaborazione con le cure primarie, Ospedaliero in tutte le Cardiologie e Avanzato nelle strutture dotate di Cardiochirurgia) particolarmente si addice alla nostra regione caratterizzata sia dalla presenza diffusa nel territorio di strutture cardiologiche sia di centri di avanguardia per quanto riguarda i trapianti di cuore e le assistenze ventricolari. Perché questo possa avvenire, è necessaria non solo una maggior comunicazione tra gli operatori sanitari che lavorano nelle strutture ospedaliere ed i colleghi che lavorano nel territorio, ma anche una maggior comunicazione tra Ospedali con livelli di complessità di cura differenti. Proprio dall’esigenza di favorire la collaborazione fra professionisti che operano a vari livelli con un obiettivo comune e nell’ottica di creare un continuum assistenziale centrato sul paziente, è nata l’idea di questa prima convention, come momento di aggregazione, confronto e condivisione. L’entusiastica partecipazione dei rappresentanti di ciascun livello di cura ha confermato la rilevanza dell’argomento e le grandi aspettative riposte in questo evento. La prima pietra per la costruzione di un percorso virtuoso è stata posata, e se il buon giorno si vede dal mattino, le premesse per ulteriori positivi sviluppi futuri sono molto promettenti.