È scomparso il Prof. Francesco Romeo

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È scomparso il Prof. Francesco Romeo

Ci ha lasciati il Prof. Francesco Romeo, per me e per quanti l’hanno conosciuto, è motivo di grande dolore e di sincera commozione.
Se ne va un amico, una persona perbene, un grande calabrese, una persona ancorata alle sue radici, sempre a difesa delle sue origini, un cardiologo che ha portato in alto nella comunità cardiologica l’orgoglio dell’appartenenza alla sua terra.
Ciao caro Franco, resterai sempre vivo nei ricordi di quanti ti hanno stimato.
Mario Chiatto

L’11 gennaio 2024 il Prof. Francesco Romeo, uno dei padri accademici della cardiologia italiana, è morto all’età di 73 anni.
Francesco Romeo, Franco come veniva chiamato dagli amici, nacque a Fiumara di Muro, in provincia di Reggio Calabria, un piccolo borgo alle falde dell’Aspromonte, formatosi da comunità che dal litorale cercarono riparo dalle continue scorrerie e saccheggi ad opera di pirati saraceni. Dal suo paese natio e dalla sua Calabria, Francesco in realtà non si è mai veramente allontanato. L’amava in modo viscerale. Un giorno mi disse, con una frase che ancora ricordo, che viveva a Roma ma che la sera ritornava a dormire a Fiumara, il paese dove oggi riposano le sue spoglie insieme alla sua amata e dolce moglie Ginetta.
Purtuttavia, Francesco Romeo è riuscito ad entrare nel difficile mondo romano come pochi nostri colleghi sono riusciti a fare. Nella Roma “santa e dannata” era amico di tutti, frequentava i circoli e i salotti più esclusivi, partecipava alle cene di élite del mondo accademico, della cultura e della politica.
Francesco è rimasto a Roma perché all’epoca, siamo nel 1968, non essendoci una Facoltà di medicina in Calabria si iscrisse all’Università la Sapienza dove si laureò nel 1974. Nel 1977 si è specializzato in Cardiologia ed è diventato successivamente ricercatore nella stessa Università. La sua attività accademica inizia a Catania dove viene chiamato come professore associato nel 1988. Undici anni dopo viene chiamato come professore associato all’Università di Roma “Tor Vergata” dove nel 2001 diventa professore ordinario di Cardiologia e direttore della Scuola di Specializzazione in Cardiologia. Di Francesco voglio innanzitutto ricordare il suo amore e la sua passione per l’emodinamica e per la cardiologia interventistica. Francesco è stato fortunato testimone dell’evoluzione di questa importante branca della cardiologia da quando iniziò a frequentare la clinica del Prof. Attilio Reale. Era l’inizio della nascita dell’emodinamica che serviva essenzialmente per la valutazione della severità delle valvulopatie, per la diagnosi di cardiomiopatia ipertrofica (non c’era ancora l’ecocardiografia) e per le coronarografie a servizio della cardiochirurgia. È stato attore dell’importante transizione dell’emodinamica da servizio esclusivamente diagnostico a importante strategia terapeutica. Ha assistito alla nascita dell’angioplastica coronarica nel 1977 con Andreas Gruentzig. All’epoca l’angioplastica coronarica veniva effettuata per via femorale, accesso che Francesco anche in epoca di approccio radiale, ancora prediligeva. Francesco Romeo capì subito l’importanza del trattamento percutaneo della stenosi aortica e dell’insufficienza mitralica, metodiche che iniziò in modo pioneristico nella divisione di Cardiologia dell’Università Tor Vergata di Roma. Era un conservatore ma credeva nelle grandi innovazioni e nel 2015 impiantò la prima valvola mitralica biologica per via percutanea.
Francesco Romeo capì l’importanza di confrontarsi con la cardiologia straniera, e nel 1981 si trasferì all’Hammersmith di Londra come Research Fellow, successivamente, nel 1984, a Monaco nella medicina nucleare dell’Ospedale Universitario, nel 1986 nell’Hospital Cardiologique de Lille ed infine nel 1997 nel Service de Cardiologie Interventionelle di Parigi. Negli anni ha sempre mantenuto una stretta collaborazione con il Dr. J. Mehta prima a Gainesville poi a Litlle Rock negli USA con il quale ha pubblicato importanti lavori scientifici. Mi piace ricordare il suo interesse sui meccanismi fondamentali del colesterolo, dello stress ossidativo e dell’espressione del recettore LOX- 1 nel determinismo della placca coronarica. Ha coperto numerosi ruoli nelle società scientifiche italiane come presidente della Società Italiana di Cardiologia, della Fondazione Italiana Cuore e Circolazione, della FINSIC e della Federazione Italiana di Cardiologia. Gran parte della sua attività professionale è legata al Policlinico e all’Università di Tor Vergata di Roma, dove ha diretto l’UOC di Cardiologia e Cardiologia Interventistica, la cattedra e la scuola di specializzazione in Cardiologia. Nel 2013 è stato insignito dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano della medaglia d’oro al merito della Sanità Pubblica.
Con la perdita di Franco Romeo possiamo dire che scompare un’epoca della cardiologia accademica, col le sue contraddizioni, ma soprattutto con i meriti giganteschi di professori universitari leali, culturalmente avanzati, genuinamente interessati alla Ricerca, alle Società Scientifiche, fedeli alle Istituzioni, e che hanno creato dal nulla reparti di eccellenza.

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