Passato, presente e futuro della nostra società
Cari Amici, Colleghe e Colleghi, è la prima volta che mi affaccio nel mondo ANMCO come Presidente Designato della nostra società, e il mio primo pensiero, il mio grazie, non può non andare a tutti coloro che mi hanno sostenuto nelle recenti elezioni e che hanno creduto in me. Sono stati moltissimi, per una vittoria importante, alla quale tenevo tanto ma che in ugual modo mi responsabilizza. Non c’è modo migliore di iniziare che con un ampio consenso ma io cercherò soprattutto di essere il presidente di tutti, di un ANMCO forte e coesa, in cui sono fondamentali il coinvolgimento e il contributo di ogni socio. Guidare una delle più importanti e rappresentative società scientifiche italiane per me vuol dire impegnarsi non solo per mantenere gli standard attuali ma cercare di migliorare, mirando a traguardi sempre più alti. Le premesse sono favorevoli perché chi ci ha preceduto ha tracciato un solco importante nonostante abbia attraversato il momento critico della pandemia; la società non solo ha tenuto ma si è consolidata economicamente. Il precedente direttivo sotto la guida esperta di Mimmo Gabrielli ha fatto in questo senso un lavoro importante e prezioso. Ora è il momento di ripartire con nuove progettualità ed ho il piacere di farlo nei prossimi due anni al fianco di un altro amico con cui già in passato abbiamo affrontato importanti partite per ANMCO, Furio Colivicchi. L’aggiunta al nostro stemma storico della dicitura “next generation” sottintende la filosofia e il programma che stiamo delineando insieme ad un nuovo direttivo che vede la presenza di persone di alto profilo, con elevate competenze. Il punto di partenza sono i valori insiti nel modo di pensare e di agire di chi fa parte di ANMCO, il nostro DNA, mai venuto meno anche nei momenti difficili; la sfida è invece quella di riportare la società ad un ruolo ancora più importante e centrale nella ricerca scientifica in ambito cardiovascolare. Proprio per questo mandato, affidatomi dal presidente, abbiamo lavorato alacremente e licenziato qualche giorno fa il Piano Straordinario della Ricerca ANMCO 2022-2025, per la prima volta quadriennale, che attraverserà due mandati e che cercherà non solo di identificare le priorità ma anche di gettare le basi per un duraturo e costante impegno in questo ambito. La forza propulsiva del nuovo direttivo sta trovando come sempre il prezioso, competente ed irrinunciabile contributo di Aldo Maggioni e di tutto il team del Centro Studi. L’aspetto però che considero ancora più importante è un rinnovato, tangibile entusiasmo di un gran numero di voi che ha risposto alla call lanciata per l’invio di proposte per progetti di ricerca.
Ricevere suggerimenti da persone esperte e che hanno ricoperto ruoli importanti ma anche da tanti giovani soci, dalle Aree e dalle Regioni mi ha confermato la forza propulsiva di ANMCO, una potenzialità che non ci possiamo permettere di sprecare.
Le basi da cui partiamo sono molto buone, la nostra società ha scritto pagine importanti nella ricerca con gli Studi GISSI, è stata antesignana nella ricerca osservazionale. I principi ispiratori sono in accordo con i dettami dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, del suo piano decennale che si concluderà proprio nel 2025. Vi è la necessità di focalizzare l’attenzione sulla prevenzione, sulla riduzione dei fattori di rischio, non trascurando i determinanti aspetti sociali; bisogna farlo con una ricerca anche innovativa, con la monitorizzazione degli obiettivi nel tempo, con la costante restituzione dei dati ai ricercatori e la discussione tempestiva dei risultati per poter correggere il tiro. Pensiamo che sia necessario dopo la pandemia COVID, per poter programmare adeguatamente il futuro in questo ambito, rifare il punto sull’organizzazione delle Cardiologie italiane con un nuovo censimento. Riteniamo fondamentale il link tra i dati clinici e quelli amministrativi e che debba essere promossa un’attività di collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e/o altre istituzioni sanitarie governative per l’analisi delle schede di dimissione ospedaliera e i big data. I grandi temi sui quali focalizzeremo l’attenzione e i nostri progetti saranno quelli di maggior impatto epidemiologico in ambito cardiovascolare: la prevenzione, la cardiopatia ischemica, l’insufficienza cardiaca, le aritmie e le patologie valvolari. I nuovi progetti riguarderanno le strategie convalidate ed innovative di prevenzione secondaria iniziate precocemente, la tempistica delle terapie farmacologiche raccomandate nello scompenso cardiaco, sottogruppi di particolare interesse ed elevata incidenza di eventi fatali come lo shock cardiogeno e la sindrome coronarica a presentazione tardiva, la fibrillazione atriale, l’impiego di sistemi multiparametrici per promuovere l’aderenza terapeutica, le malattie rare. Nei vari contesti si potranno applicare i diversi disegni di studio che meglio si adattano, a seconda dei casi. Dovremo anche progressivamente aprirci alla partecipazione agli studi della Società Europea di Cardiogia (ESC), in particolare a quelli più innovativi, questo ci consentirà di contribuire da protagonisti alla cardiologia del futuro. Partiremo dunque dalla tradizione ma mirando all’innovazione, rivalutando anche criticamente eventuali errori del passato. Coinvolgimento di tutti, ma soprattutto dei giovani, che dovranno essere aiutati e guidati nella crescita, protagonisti non solo nella conduzione degli studi ma nell’elaborazione dei dati e nella scrittura dei contributi scientifici.
Dalla versione finale del piano siamo ora passati allo step successivo, la pianificazione del primo studio che ci vedrà coinvolti già dall’inizio del prossimo anno. Siamo già in molti, saremo ancora di più, sempre di più; ciascuno sarà chiamato a collaborare nell’ambito del campo di maggiore competenza e di interesse, perché dovranno essere specificità e motivazione le forze che ci permetteranno di raggiungere risultati importanti.
Buon lavoro a tutti.