Ecocardiografia senza click per il Cardiologo stordito

HomeForum sulla intelligenza artificiale

Ecocardiografia senza click per il Cardiologo stordito

L’intelligenza artificiale trasforma le opinioni delle immagini eco in fenotipi clinici operatore-indipendenti

Tutti tanti piccoli luminari dell’eco con i software di intelligenza artificiale

Per un’ecocardiografia senza click
L’intelligenza artificiale è qui per restare, e ci renderà la vita migliore. Una gran parte del tempo-cardiologo oggi investito in training lunghi e complicati, acquisizione di immagini, misurazioni noiose (250 click per esame), dubbie interpretazioni, ci verrà finalmente restituito: potremo pensare, o parlare con i pazienti, o leggere ogni tanto qualcosa invece di fare la planimetria del ventricolo sinistro in tele-diastole e tele-sistole. Molti aspetti della diagnostica per immagini, e in particolare dell’ecocardiografia, saranno e in parte già sono resi indipendenti dall’operatore, automatizzati, con referti riproducibili che azzerano l’esperienza e minimizzano la soggettività. Tutta la diagnostica per immagini ne trarrà vantaggio ma il beneficio sarà maggiore per le tecniche come l’ecocardiografia dove la soggettività dell’interpretazione e la variabilità delle misure sono una vera zavorra. Diventeremo tutti attendibili e riproducibili al prezzo di un software. Così, a occhio, suona come un affare.

Dati ibernati per il Cardiologo stordito
In Cardiologia in generale, e in ecocardiografia in particolare, il problema non è come ottenere l’informazione, ma come utilizzarla senza perderne troppa per strada. Se volete esprimerlo con l’alfabeto, abbiamo tante lettere, a riposo e durante stress: la lettera a per alterazioni di cinetica regionale, b per le linee B, c per contrattilità e volumi, d per Doppler pulsato con misura del flusso coronarico, g per i gradienti, f per flusso rigurgitante mitralico, l per left atrium (atrio sinistro), p per pressioni polmonari, r per right ventricle e funzione ventricolare destra. A ogni lettera dell’alfabeto corrisponde un fenotipo e un bersaglio terapeutico. È facile ottenerlo a riposo (lettere minuscole) e da stress (lettere maiuscole) e con questo alfabeto si possono scrivere ogni parola e ogni frase personalizzandola su misura per qualunque paziente. Senza una guida e un piccolo aiuto dall’intelligenza artificiale il Cardiologo stordito dall’eccesso di informazione lascerà i dati, che pure ha ottenuto con relativa facilità, a ibernare sepolti in qualche referto o in qualche cartella clinica o in qualche file DICOM. L’intelligenza artificiale disseppellisce i dati, li aggrega, ne scorge il senso a volte nascosto e lo offre al clinico come bersaglio terapeutico agibile.
Il Cardiologo esce dallo stordimento cognitivo da rintronamento per eccesso di dati e i dati prima ibernati riacquistano vita e dignità clinica. Diventano utilizzabili per azioni terapeutiche mirate su fenotipi riconoscibili. I risultati incrementali rispetto all’intelligenza naturale ancora non ci sono, se ti va bene con frazione di eiezione, strain, comete polmonari e cinetica regionale i risultati sono di non-inferiorità, gli stessi del povero osservatore esperto a basso costo. È pur vero che la riduzione del tempo, training e variabilità sono un valore importante per la medicina di precisione e per la gestione democratica dell’informazione ecocardiografica.

Ecocardiografia senza click per il Cardiologo stordito
Figura 1: Il logo del progetto Stress echo 2030 della Società Italiana di Ecocardiografia e Imaging Cardiovascolare, con un sottoprogetto (AI-SEE: Artificial Intelligence for Stress Echo evaluation) sull’intelligenza artificiale.

Si comincia adesso
L’avventura comincia adesso, ma non è quella di cui parlano gli esperti di marketing oppure gli opinion-leader. Dovrai essere tu, da solo, a capire come funzionano i software, dove falliscono, dove possono aiutarti, quali doni custodiscono e quali trappole nascondono. Nessuno lo farà per te. Ma d’altra parte è stato così per tutte le piccole e grandi innovazioni che ci hanno illuminato la strada (o portato in un vicolo cieco) negli ultimi 50 anni. Abbiamo imparato da tempo che sottilissimo è il crinale che divide l’innovazione geniale dalla tremenda perdita di tempo, a parità di editoriali e di articoli. Quel crinale sei tu ma il quadro di riferimento cambia di continuo. Ogni mese che passa il costo dei software scende, la loro robustezza aumenta, il numero dei parametri misurati si espande. La comunità europea prepara la cornice legale sollecitata e guidata dalle grandi società scientifiche, l’industria ha fretta di vendere e il mercato di comprare. L’intelligenza artificiale ci sta già cambiando la vita e la sanità, però decidere se uno specifico prodotto è quello giusto per il tuo Ospedale o per il tuo laboratorio non è così facile. Nello studio stress eco 2030 un sotto-progetto è dedicato all’intelligenza artificiale per la analisi delle immagini (AI-SEE images) e per l’analisi dei dati aggregati (AISEE data). Ci daranno una mano due start-up innovative (inglese e lituane) e una banca-dati (e banca immagini) costituita da 10.000 pazienti, 50 laboratori e 30 Paesi. Su una strada nuova è meglio non incamminarsi da soli. Si è più sicuri con compagni di strada che ne sanno più di te, e se si frammenta la strada troppo lunga in piccole tappe: atrio sinistro, volumi destri, cinetica regionale, e così via. La ricerca onesta e di qualità può aiutare, ma gli accordi di segretezza firmati dai ricercatori prima di cominciare una collaborazione con l’industria vanno a discapito della trasparenza dei dati e della fiducia dell’utente finale. Bisognerebbe anche sapere in anticipo chi dovrà pagare quando qualcosa andrà storto.

Attenti all’esperto
Ora però vi devo lasciare. Preparo un editoriale a invito che mi è stato chiesto da un grande giornale e però anticipato da una nota industria che mi vuole tra i suoi consulenti. Mi assicura anche 300 iscrizioni in blocco al mio prossimo congresso. L’editoriale è già pronto ma mi chiedono di rileggerlo criticamente con il mio “inconfondibile tocco” (così dicono, gli adulatori) e di firmarlo. Stiamo preparando con loro una start-up innovativa per intelligenza artificiale in eco e avrò un congruo pacchetto azionario, così faccio trasferimento tecnologico e contribuisco alla competitività del sistema-Paese. Il programma del congresso lo gestisco con chi mi pare, ma una presentazione parlerà delle meraviglie dell’intelligenza artificiale. Vogliono però che la faccia io. E che problema c’è?

Figura 2: Le due ramificazioni del progetto AI-SEE: AI-SEE images per una valutazione di cinetica regionale e volumi senza intervento dell’operatore; AI-SEE data per una valutazione di immagini e dati clinici finalizzata all’identificazione di specifici fenotipi che siano anche bersagli terapeutici agibili

Autore