Un “documentario scritto” su Israele e Palestina

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Un “documentario scritto” su Israele e Palestina

“Israele e Palestina – Schede sintetiche per una visita culturale o religiosa” Di Antonio Butera (Rubbettino Editore, 2022)

Note sull’AutoreAntonio Butera, Direttore emerito di Unità Operativa Complessa di Cardiologia e di Dipartimento di Medicina, è uno storico Socio ANMCO già Presidente Regionale ANMCO Calabria. Fin da giovanissimo ha coltivato la passione per i viaggi in tutto il mondo spinto dalla curiosità di conoscere popoli e culture senza preconcetti e senza filtri. Tale passione (lui dice “tossicodipendenza”) l’ha portato a visitare innumerevoli paesi e località prevalentemente di interesse storico-archeologico, artistico e antropologico-culturale. L’interesse e la curiosità sull’origine e la “fortuna” del cristianesimo l’ha spinto a frequentare spesso i luoghi fisici dove si sono svolte le prime vicende della cristianità e dove si sono intrecciati con essa gli interessi e le esigenze dell’ebraismo e dell’islam. Dai suoi studi e dalla sua esperienza “sul campo” è nato il libro qui recensito.

Il libro di Antonio Butera “Israele e Palestina – Schede sintetiche per una visita culturale o religiosa” (Ed. Rubbettino, 2022), non è collocabile in una categoria letteraria ben definita tipo “racconto di viaggio” o “guida” o “diario” o “saggio”. Fa pensare, piuttosto, ad un “documentario scritto” nel quale storia, geografia, archeologia, teologia, antropologia, arte, gastronomia, shopping, attualità, politica vengono trattati in maniera divulgativa, coordinata e comprensibile, anche per il richiamo alle oltre 500 immagini che illustrano il testo scritto. Sicuramente originale è la trattazione per schede dei luoghi di maggiore interesse storico-culturale e socio-politico: 35 schede, collocate in ordine alfabetico e contenenti la descrizione di un centinaio di siti. Questa strutturazione consente, nelle intenzioni (ben raggiunte) dell’autore, la visita “informata” e la “lettura” dei posti, dei reperti storico-archeologici e delle situazioni caratterizzanti l’attualità – per esempio il muro di separazione dei territori israeliani e palestinesi.

Le schede, con pregevole opera di sintesi, narrano tutto ciò che può essere rilevante per la comprensione dei siti in maniera esaustiva e sono proporzionate all’importanza del sito stesso; Gerusalemme, città simbolo, crocevia fondamentale per la storia e per l’attualità, e dove convivono con molte problematicità Ebrei, Cristiani e Musulmani, viene trattata in 7 schede distinte per l’inquadramento topografico e storico, per i luoghi sacri delle tre religioni monoteiste e per gli aspetti civili in 92 pagine con oltre 200 immagini. Il taglio dato alla trattazione, come dichiara l’autore nell’Introduzione, è per “viaggiatori non turisti”.

La lettura dell’Introduzione, che va considerata un capitolo a sé stante sul “Viaggio” in generale (non specificatamente in Israele e Palestina), sul valore e sulle peculiarità del “viaggiare”, fa ben capire la “filosofia” del libro che esordisce con questo aforisma: “non sono le persone che fanno i viaggi, ma sono i viaggi che fanno le persone” (John Steinbeck). L’esposizione in generale è di tipo culturale, ma naturalmente lì dove gli aspetti religiosi condizionano da secoli la vita civile e politica, innumerevoli sono i richiami all’Antico Testamento, al Nuovo Testamento ed al Corano, tanto che, come è detto nel capitolo introduttivo, “in nessun’altro luogo della terra l’archeologia trova posto sulla prima pagina dei giornali e “nutre” la politica (se non la violenza) come in Israele e Palestina”.

E, cito sempre da capitolo introduttivo, “Il viaggio in Israele e Palestina, terra in cui, volenti o nolenti, laici o credenti, per noi occidentali risiedono le nostre radici religiose (come quelle della sapienza risiedono in Grecia e quelle del diritto a Roma), necessita, a mio avviso, di una base di conoscenze che sia sgombra da luoghi comuni, pregiudizi, credenze e/o preconcetti politici o religiosi e generalizzazioni da immaginario collettivo. Idealmente un viaggiatore parte per conoscere e capire, non per giudicare”. Lo stile è discorsivo, leggero, mai serioso anche nel trattare argomenti seri o spinosi; le varie schede sono arricchite da Curiosità inserite nel testo o in paragrafi dedicati. In alcune Appendici, poi, vengono trattati argomenti di interesse generale (per es.: Correnti religiose ebree e islamiche, “Status quo”, Erode il Grande). Purtroppo le necessità editoriali di rendere il libro portatile per essere eventualmente consultato sul posto, penalizza le immagini che alcune volte risultano piccole e poco apprezzabili, specialmente quelle paesaggistiche.

L’Autore, nei Ringraziamenti, ha definito il suo lavoro “un danno collaterale del lockdown”, a mio avviso, invece, si può tranquillamente definire un’opera utile e piacevole per conoscere una regione di interesse sia storico che attuale, spesso richiamata in film, serie televisive, libri, telegiornali, ma forse concretamente poco conosciuta e poco capita. Va da sé che la pubblicazione risulterà preziosa per chi volesse intraprendere un viaggio nella “Terra santa di tre religioni”, per non arrivare “spaesati” ed avere una base di conoscenze utili per “apprezzare” e “vivere” i vari posti visitati durante il viaggio. Un libro valido e godibile sia per gli interessati alle vicende israelo-palestinesi vecchie e nuove, sia per i cultori di storia delle religioni monoteiste e sia per chi ama la lettura ed è curioso di compiere un viaggio virtuale in un territorio di antiche tradizioni ma anche di scottante e sconcertante attualità.

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