Ho conosciuto Antonio Butera attraverso l’ANMCO, come presidente regionale della Calabria, mentre ero presidente della Puglia. Di Antonio ricordo la mitezza, la capacità di mediazione, la cultura, l’amore per la sua terra, il desiderio di conoscere nuovi luoghi e nuove terre attraverso i suoi continui viaggi. Un aneddoto riesce a tracciare la sua personalità: in uno dei tanti rientri da Firenze, dopo un consiglio nazionale, l’aereo Firenze-Roma fu soppresso per maltempo (cosa che, ahimè, succede spesso nell’Aeroporto di Firenze). Il viaggio sostitutivo in Bus per Roma, organizzato con estremo ritardo, scatenò il malcontento dei tanti passeggeri, ma non di Antonio, che si occupò di calmare gli animi agitati dei contestatori con i suoi toni pacati e signorili. Per me fu l’occasione di condividere esperienze professionali, conoscenze del mondo ANMCO, della Calabria, di Lamezia, dei vari cardiologi calabri emigrati e divenuti famosi. Antonio era capace di trasformare le difficoltà in opportunità, era un dottore innamorato del suo lavoro, molto legato alla “famiglia” ANMCO, era un uomo buono e mite, sempre accogliente con il suo naturale garbo e il suo placido sorriso; era un galantuomo. E’ per questo che l’ho citato in uno dei momenti più significativi della mia vita associativa, durante la consegna della mia Targa d’Oro.
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