L’attività editoriale e divulgativa dell’Area CardioGeriatria
L’utilità della Cardiogeriatria nella gestione dei pazienti anziani, spesso fragili
Eh sì… È quasi passato un anno dall’inizio della nostra attività. L’Area CardioGeriatria, di cui facciamo parte, ha suscitato molto il nostro interesse considerando che, oggigiorno, l’età media dei pazienti che ci troviamo a trattare è molto alta. La nostra attività è iniziata con un Webinar Live su “Lessico della Cardiogeriatria” con lo scopo di cercare di dare un giusto peso a termini usati ad oggi con molta facilità senza conoscerne il reale significato di alcuni termini quali fragilità, delirium, ecc. Il concetto di fragilità fu descritto inizialmente da Fried; è una sindrome fisiologica, associata all’età avanzata, caratterizzata da un lato dalla diminuzione della riserva funzionale e della resistenza agli sforzi che rendono il paziente più vulnerabile, dall’altro dalla limitazione della capacità di recupero. Il concetto di fragilità non ha nulla a che vedere con la disabilità. La fragilità è un processo che può influenzare pazienti sani, ma con un rischio maggiore di mortalità se si hanno alcune delle seguenti caratteristiche: svariati ricoveri in ospedale, comorbilità (artrosi, fratture, depressione, deficit visivo e uditivo, incontinenza, eventi cardiovascolari), sarcopenia, alterazione della mobilità e dell’equilibrio, deterioramento cognitivo e condizioni sociali avverse. Ci siamo occupati di creare una rubrica, la SNAP SHOT, al fine di aiutare il cardiologo nella gestione del paziente anziano, fragile e complesso nel modo più competente possibile, consci delle ancora poche conoscenze a fronte di una popolazione anziana che sta crescendo. Si sono affrontati i temi dell’ipertensione arteriosa nell’ anziano non sempre facilmente gestibile, quello dell’iperpotassiemia che in un paziente fragile può comportare delle scelte terapeutiche complesse e quello del delirium che è un disturbo acuto dell’attenzione, della cognizione e della consapevolezza che fluttua nel tempo e che si verifica nell’11% – 25% degli anziani in contesti ospedalieri. Abbiamo pubblicato, in collaborazione con i vari Gruppi di Studio, una revisione per approfondire la diagnosi e la gestione olistica della stenosi aortica nella popolazione anziana al fine di facilitare il processo decisionale, ottimizzando così i risultati incentrati sul benessere del paziente. Sappiamo, infatti, come la stenosi aortica (SA) rappresenti una sfida nella gestione del paziente anziano. Una valutazione geriatrica completa dovrebbe essere eseguita prima delle procedure di sostituzione della valvola aortica transcatetere (TAVR) tenendo conto sia delle capacità fisiche e cognitive che dei risultati post-procedura attraverso un quadro multidisciplinare (Figura 1).
È stato pubblicato inoltre un articolo relativo all’uso dei beta-bloccanti nei pazienti anziani con insufficienza cardiaca. La gestione dei pazienti anziani con insufficienza cardiaca richiede un approccio incentrato sul caso, tenendo conto delle comorbilità individuali, dello stato funzionale e della fragilità. Spesso gli anziani sono sottorappresentati negli studi clinici randomizzati, il che porta a una certa incertezza nelle strategie di gestione poiché i pazienti con insufficienza cardiaca, nella pratica clinica, sono più anziani di quelli arruolati negli studi. In questa review sono stati esaminati dodici studi che comprendevano 26.426 pazienti: i risultati indicano che i beta bloccanti rappresentano un trattamento valido per i pazienti HFrEF più anziani, offrendo benefici nella gestione dei sintomi, nella funzione cardiaca e nei risultati complessivi (Figura 2).
Siamo riusciti a pubblicare una revisione sulle indicazioni al trattamento del paziente anziano con sindrome coronarica acuta (SCA). Questi pazienti tipicamente presentano più comorbilità e hanno peggiori outcome rispetto ai pazienti più giovani. Inoltre, sono meno frequentemente sottoposti a procedure di rivascolarizzazione e hanno meno probabilità di ricevere farmaci basati sull’evidenza sia a breve che a lungo termine. La valutazione della fragilità è fondamentale nei pazienti anziani con SCA perché ciò può influenzare decisioni gestionali, nonché la stratificazione del rischio e la prognosi. In effetti, decisioni terapeutiche dovrebbero considerare le sindromi geriatriche, la fragilità, la politerapia, la sarcopenia, i deficit nutrizionali, la prevalenza di comorbilità, il rischio trombotico e, allo stesso tempo, un aumentato rischio di sanguinamento. Attenta valutazione clinica, chiari criteri di rivascolarizzazione e approcci personalizzati alla terapia antitrombotica sono essenziali per guidare le decisioni terapeutiche personalizzate in questi soggetti. Valutare la fragilità aiuta gli operatori sanitari a identificare i pazienti che potrebbero beneficiare di interventi mirati per migliorare i loro risultati valutare il cardiopatico anziano. L’obiettivo è quello di validare questa scheda di screening della fragilità in pazienti cardiologici. Ci sono ancora in cantiere tante iniziative e articoli, ad esempio, relativi alla fibrillazione atriale nel paziente anziano e anche all’amiloidosi. Sappiamo come e la qualità della vita. Per questo motivo, l’occorrenza delle SCA negli anziani continua ad essere una questione particolarmente complessa nella pratica clinica sempre più frequente dato il generale invecchiamento della popolazione (Figura 3).
Un altro articolo pubblicato è una revisione sulla sincope che affronta gli aspetti chiave della sua gestione, tra cui patogenesi, attuali opzioni di test diagnostici, trattamenti e considerazioni nella popolazione geriatrica, consci del fatto che un preciso percorso clinico strumentale può migliorare l’accuratezza diagnostica e l’efficacia del trattamento (Figura 4).
L’Area CardioGeriatria, che vede nel gruppo anche geriatri, ha provato, inoltre, a realizzare una scheda per lo screening della fragilità, elaborata scegliendo e mettendo insieme scale e test di valutazione più idonei per valutare il cardiopatico anziano. L’obiettivo è quello di validare questa scheda di screening della fragilità in pazienti cardiologici. Ci sono ancora in cantiere tante iniziative e articoli, ad esempio, relativi alla fibrillazione atriale nel paziente anziano e anche all’amiloidosi. Sappiamo come l’amiloidosi da transtiretina (ATTRCM) è comunemente diagnosticata negli anziani. Con l’invecchiamento della popolazione e il miglioramento delle tecniche diagnostiche, la prevalenza e l’incidenza dell’ATTRCM continueranno ad aumentare. Le considerazioni relative all’assistenza ai pazienti anziani, come fragilità, declino cognitivo, politerapia, cadute/mobilità, capacità funzionale, supporto del caregiver, ambiente di vita, qualità della vita e definizione degli obiettivi di assistenza sono particolarmente importanti per molti pazienti con ATTR-CM.