Terapia ipolipemizzante post SCA: un protocollo condiviso tra due ospedali

HomeDalle Regioni

Terapia ipolipemizzante post SCA: un protocollo condiviso tra due ospedali

L’importanza della condivisione di protocolli simili tra ospedali diversi: fare rete

L’esperienza che vi presentiamo nasce nel 2023 dalla volontà della Cardiologia ospedaliera Martini-Maria Vittoria di Torino di portare a target quanti più pazienti possibili, come da indicazioni scientifiche sull’ottimizzazione della terapia ipolipemizzante nei pazienti con Sindrome Coronarica Acuta (STEMI/NSTEMI ed UA) giunti presso le nostre due UTIC: Maria Vittoria e Martini. Tale obiettivo era ed è, di difficile realizzazione “pratica”, come già pubblicato ampiamente nei lavori di real word, perchè per una Cardiologia ad alto volume, per diversi motivi non ultimo il fatto che il metodo stepwise per la terapia ipolipemizzante risulta difficilmente applicabile, in quanto non è fattibile un percorso di visite cardiologiche post-SCA ogni 4 settimane dalla dimissione, sino al raggiungimento del goal raccomandato dalle Linee Guida. In effetti ci sono evidenze scientifiche sempre maggiori, sulla necessità di seguire il modello “strike early strike strong” nei pazienti dimessi dopo una sindrome coronarica acuta, in particolare in un sottogruppo di pazienti a rischio estremo (malattia coronarica plurivasale, diabete, vasculopatia periferica, ipercolesterolemia familiare). Prima della condivisione del protocollo la domanda era come scegliere il paziente cui somministrare alla dimissione la triplice terapia ipolipemizzante (statina ad alta efficacia + ezetimibe + antiPCK9i). La domanda non è così banale perché al momento della dimissione senza un percorso “condiviso” di trattamento, le opzioni di scelta fra duplice e triplice terapia ipolipemizzante spaziavano in modo estremamente variabile a seconda di chi fosse coinvolto nel processo in quel momento, ossia dal cardiologo che dimetteva il paziente. Partendo dal protocollo Fast Track applicato dalla cardiologia del Mauriziano a partire dal 2020 abbiamo creato e condiviso fra le due cardiologie un protocollo comune (Figura 1) di terapia ipolipemizzante alla dimissione nei pazienti dimessi con diagnosi di sindrome coronarica acuta.

A seguito di tale scelta dal 2023 sono stati trattati in questo modo, tutti i pazienti dimessi con diagnosi di SCA; abbiamo inoltre raccolto in un DATABASE comune ad entrambe le cardiologie, con alcuni dati dei pazienti così trattati (anagrafica, fattori di rischio, assetto lipidico), giunti per SCA per 12 mesi (luglio 2023 – giugno 2024). Dalle tre cardiologie sono stati dimessi 863 pazienti con diagnosi di sindrome coronarica acuta. Di questi 217 (26%) son stati dimessi in triplice terapia ipolipemizzante con protocollo Fast Track. Solo il 20% era in terapia con statine. I valori di LDL basale erano 131 mg/dl. A sei mesi nei 168 pazienti con follow up il valore di LDL è crollato a 42 mg/ dl con una riduzione del 68%. Ma soprattutto il 92% di tutti pazienti ha raggiunto un valore di LDL < 55 mg/dl. Scopo di questo articolo non è presentare i dati dell’osservazione ma condividere con tutti un percorso di terapia – facile ed applicabile anche in contesti diversi e lontani. Impiegare un protocollo semplice rende “omogeneo” un percorso altrimenti NON – facile e scontato e facilita notevolmente il lavoro quotidiano dei Cardiologi ospedalieri in UTIC e in Degenza che riescono in questo modo a trattare al meglio TUTTI i pazienti con SCA.

Equipe dell’Ospedale Maria Vittoria

La nostra esperienza ha migliorato il nostro approccio a tale problematica ma non è il solo aspetto importante, noi riteniamo infatti che la condivisione di percorsi e la collaborazione fra Cardiologie diverse (non così di facile realizzazione) sia possibile, sia vincente e rappresenti il futuro. Dove sono state create delle reti interospedaliere i benefici sono indiscutibili. La possibilità di avere dati omogeni da confrontare permette di raccogliere informazioni su come stai lavorando, avere un follow up clinico, confrontare i dati di real life con quelli degli studi clinici randomizzati, modificare alcuni atteggiamenti quando ti rendi conto di errori, avere a disposizione maggiori numeri da analizzare per arrivare a delle conclusioni; in altre parole stimola a lavorare con maggiore entusiasmo, evitando la noia della routine: il medico di reparto non può essere addetto a stilare solo lettere di dimissioni.

Equipe dell’Ospedale Mauriziano

Dalla volontà di condividere esperienze cliniche in cardiologie diversa è nato il progetto e l’esperienza dei primi dodici mesi del WARD Club, già presentata sulle pagine di questo giornale, che nella nostra Regione ha riscosso successo fra gli operatori di tutte la Cardiologie piemontesi e che periodicamente consente a tutti noi che lavoriamo nelle degenze ordinarie o nelle terapie intensive di confrontarci e cercare di condividere percorsi terapeutici.

Autori