Survey ANMCO: Il futuro della diagnostica per immagini in cardiologia, cosa sappiamo e cosa vogliamo

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Survey ANMCO: Il futuro della diagnostica per immagini in cardiologia, cosa sappiamo e cosa vogliamo

I risultati della Survey ANMCO sull’accesso, l’organizzazione, l’importanza percepita degli esami di diagnostica per immagini nella pratica clinica cardiologica

TC e RM nella pratica clinica cardiologica: come siamo organizzati, cosa ci manca, in che direzione vogliamo andare

La presente Survey si è rivelata essere di interesse comune vista la partecipazione al questionario degli aventi diritto e fornisce spunti particolarmente interessanti. La maggioranza dei partecipanti ritiene che coronaro TC (coroTC) ed ancor più la RM cardiaca (RMC) siano metodiche frequentemente o assolutamente necessarie nella corrente pratica clinica, specchio delle linee guida internazionali più recenti che sostengono l’importanza di queste metodiche in numerosi e frequenti quadri clinici. Nella maggior parte delle strutture in cui lavorano gli intervistati esistono apparecchiature RMC e coroTC (70-80%) in grado di esplorare il cuore. Tuttavia una vera e propria organizzazione che consente l’accesso effettivo a coroTC ed a RMC scende rispettivamente al 66% ed al 29% del campione. Per le coroTC la maggior parte degli intervistati si rivolge alla propria struttura (75%) mentre la restante parte si rivolge ad altri Ospedali o strutture private convenzionate. Per la RMC la maggior parte si rivolge al proprio Ospedale ma il 34 % si rivolge altrove. Sebbene il 60% delle risposte indichi come nel proprio Ospedale/ organizzazione ci sia una buona disponibilità di strumentazione, con software dedicati alle strutture cardiache ed accesso ad entrambe le metodiche (più spesso alla coroTC che alla RMC) va sottolineato come in un 10% dei casi non vi è accesso a nessuna delle due. Tuttavia l’accesso a questi esami non è sempre garantito ed in alcune realtà non infrequentemente il Cardiologo si rivolge ad altri Ospedali o strutture diagnostiche. Sembra dunque che vi sia da un lato la presenza di strumenti e competenze, dall’altro spesso la mancanza di una vera integrazione tra strutture e/o organizzazioni. Parlando di numeri degli esami, quasi il 40% degli intervistati ha richiesto più di 10 coroTC in un mese. Solo il 9% non ne ha avuto alcuna necessità. Per le RMC il 50% ha chiesto più di 10 esami e solo il 4% nessuna. Da sottolineare che il 10% degli intervistati ha chiesto più di 20 coroTC e 17% più di 20 RMC manifestando una significativa necessità di questi esami nella pratica clinica abituale. Riguardo l’organizzazione generale emerge come il Cardiologo non partecipi all’esecuzione o refertazione della RM cuore in oltre il 50% dei casi. Per la TC è prevista una visita preliminare di preparazione all’esame nel 60% dei casi. Solo nel 40% dei casi esistono posti dedicati alla coroTC per le Cardiologie di riferimento. Quasi la metà degli intervistati riferisce l’esistenza di un team cardioradiologico che lavora a stretto contatto nella programmazione, esecuzione e discussione dell’esame coroTC e RMC. Agli intervistati è stato richiesto inoltre se avessero familiarità con strumentazione, modalità di esame e refertazione. Per la coroTC il 77% delle risposte indica una buona conoscenza nell’interpretazione referto della coroTC probabilmente riflesso della conoscenza dell’anatomia angiografica. Esiste tuttavia una porzione di risposte che indica il desiderio di approfondire le conoscenze sull’argomento. Il 63% invece afferma invece di non avere familiarità con modalità di esecuzione dell’esame e non stupisce come la stragrande maggioranza dei partecipanti senta l’esigenza di una maggiore formazione sull’utilizzo pratico della metodica. Per quel che riguarda la RMC solo una minoranza degli intervistati riferisce di partecipare all’esecuzione dell’esame (6%), percentuale che aumenta se ci si limita alla refertazione congiunta (29%) dell’esame. Per quanto riguarda la disponibilità di posti dedicati circa la metà di chi ha risposto afferma di avere accesso settimanale alla RMC. Più saltuario l’accesso per il 15% e invece considerato addirittura difficoltoso per il 35%. Oltre il 70% dei Cardiologi intervistati afferma di avere familiarità con il referto della RMC, mentre il 25% vorrebbe avere conoscenze maggiormente approfondite e solo il 4% riferisce di non avere alcuna familiarità. Più della metà dei Cardiologi intervistati ritiene di avere solo una parziale familiarità con gli apparecchi e le sequenze impiegate in RM laddove il 25% riferisce di non averne alcuna conoscenza. La stragrande maggioranza del campione vorrebbe aggiornarsi sull’argomento. Concludendo, esiste un consenso pressoché unanime circa la necessità di offrire ai pazienti in modo estensivo l’accesso a coroTC e RMC e la maggioranza dei cardiologi ritiene necessaria una stretta collaborazione tra Radiologi e Cardiologi per poter svolgere correttamente ed in modo stimolante queste attività. A fronte di questa manifesta attenzione la maggior parte del campione afferma che la propria Direzione Sanitaria sia poco o per nulla sensibile alla promozione di questa collaborazione. Esiste però in alcuni casi la convinzione che l’interesse possa esistere e ritiene che una richiesta in tal senso sarebbe accolta positivamente. È sicuramente di grande importanza il fatto che oltre l’80% degli intervistati sarebbe disposto a spostare risorse della propria organizzazione di lavoro su un regolare uso dell’imaging con RMC e coroTC. Pur restando la maggioranza il consenso tende a calare quando si trattasse di garantirne un accesso in urgenza agli esami in questione. Infine esiste un consenso unanime alla proposta di sostenere da parte di ANMCO una azione di sensibilizzazione verso Governo ed il Ministero sul tema. Per oltre un quarto degli intervistati questa azione si rende addirittura urgente. La presente Survey ha sicuramente fornito numerosi spunti di riflessione sulla diagnostica per immagini in cardiologia in Italia e ne ha dimostrato importanti criticità: sono ancora diversi i centri che non hanno accesso o perlomeno non come dovrebbero, a coroTC e RMC oramai considerate fondamentali ed irrinunciabili dalla maggior parte dei cardiologi. Il fatto di non avere a disposizione queste tecnologie o di averle con modalità di accesso difficoltoso e soprattutto la mancata partecipazione del cardiologo all’esecuzione e alla refertazione dell’esame sono snodi che si ritiene necessario superare nel prossimo futuro e di cui ANMCO intende farsi portavoce.

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