Promosso dall’ESC il nuovo piano strategico nazionale per la salute cardiovascolare 2024 – 2027 della Federazione Italiana di Cardiologia

HomeDall'Italian Federation of Cardiology

Promosso dall’ESC il nuovo piano strategico nazionale per la salute cardiovascolare 2024 – 2027 della Federazione Italiana di Cardiologia

In Italia non esisteva un piano strategico nazionale come quello oncologico mirato alla salute cardiovascolare, benché il nostro Paese sia a rischio cardiovascolare moderato, a differenza della Spagna e della Francia che sono a rischio basso

La Federazione Italiana di Cardiologia con questo piano strategico nazionale intende sviluppare una visione integrata delle patologie cardiovascolari per dare attuazione a una serie di interventi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, sia di tipo clinico che organizzativo – gestionale, nell’ambito dell’assistenza territoriale e ospedaliera

È noto che le malattie cardiovascolari, prima causa di morte e tra le principali cause di disabilità in Italia, in Europa e nel mondo, rappresentando una delle principali sfide della salute pubblica oggi e ancora di più nei prossimi anni. L’invecchiamento della popolazione che caratterizza i paesi occidentali e l’esposizione a fattori di rischio cardio-metabolici aumenterà sempre di più il peso di queste patologie, con conseguenze rilevanti sulla sostenibilità e la resilienza dei sistemi sanitari. Inoltre, nella popolazione generale, soprattutto nel genere femminile, vi è una minore consapevolezza del rischio legato alle patologie cardiovascolari. Italia non esisteva un piano strategico nazionale come quello oncologico mirato alla salute cardiovascolare, benché il nostro paese sia a rischio cardiovascolare moderato, a differenza della Spagna e della Francia che sono a rischio basso. Il contesto demografico ed epidemiologico attuale sta contribuendo ad accendere i riflettori sul gruppo vario ed eterogeneo di patologie cardiovascolari. Le istituzioni nazionali e internazionali hanno aumentato le iniziative congiunte anche per far fronte al burden socioeconomico delle malattie cardiovascolari, il cui costo nella sola Europa ha raggiunto i 282 miliardi di euro. In Italia si riscontra un numero ancora allarmante di decessi che superano i 220 mila l’anno, con una prevalenza più elevata della media europea, pari a 7.000 casi ogni 100.000 abitanti, e un impatto economico a carico del SSN e del sistema previdenziale, equivalente a circa 20 miliardi di euro nel 2021, tra costi diretti e indiretti. Il 40% dei nuovi casi e il 50% delle morti per malattie cardiovascolari sono potenzialmente evitabili, in quanto causati da fattori di rischio modificabili legati a comportamenti e stili di vita, come fumo, alimentazione scorretta, colesterolo alto e sedentarietà. La Federazione Italiana di Cardiologia, con la Società Europea di Cardiologia ha iniziato un programma di advocacy sulle malattie cardiovascolari. In questo quadro si manifesta l’esigenza di sviluppare una visione integrata delle patologie cardiovascolari per dare attuazione a una serie di interventi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, sia di tipo clinico che organizzativo-gestionale, nell’ambito dell’assistenza territoriale e ospedaliera. A livello europeo e nazionale, inoltre, si sta consolidando l’idea che un piano specifico per le patologie cardio, cerebro e vascolari, sul modello dei piani per le altre principali patologie croniche non trasmissibili, che potrebbe fornire una visione d’insieme attualmente mancante, allo scopo di combattere il peso delle malattie cardiovascolari. Questo modello è già stato seguito dal governo spagnolo che ha adottato un piano nazionale di salute cardiovascolare chiamato “Estrategia en Salud Cardiovascular del Sistema Nacional de Salud”. La Società Europea di Cardiologia ha identificato l’Italia, attraverso la Federazione Italiana di Cardiologia, come una delle tre nazioni europee per sensibilizzare i decisori pubblici ad investire nella prevenzione, diagnosi e nella cura delle patologie cardiovascolari tenendo presente che il nostro è l’unico Paese del G7 nel quale, rispetto a 10 anni fa, la spesa sanitaria in rapporto al Pil è diminuita e si attesta come la più bassa dei sette Paesi, con un esiguo e preoccupante 6,2%. Il presente Piano Strategico per la Salute Cardiovascolare in Italia 2024 – 27, a cura della Federazione Italiana di Cardiologia (IFC), con la collaborazione di SIC e ANMCO e il sostegno della Società Europea di Cardiologia (ESC) va in questa direzione, promuovendo l’investimento in prevenzione e gli interventi di assistenza e controllo delle malattie cardio, cerebro e vascolari, attraverso una prospettiva di cura “globale”. L’obiettivo ultimo è contribuire a migliorare il livello di salute cardiovascolare della popolazione italiana, per portare la nostra nazione ad un livello di rischio basso come la Francia e la Spagna senza dimenticare gli impatti positivi sul sistema sanitario e socioeconomico come la riduzione dei costi sanitari diretti e indiretti, aumento della produttività del lavoro e riduzione dei costi sociali. Il piano propone screening obbligatori nazionali per tutti i cittadini, già a partire dai 18 anni, per la valutazione del colesterolo e della pressione arteriosa, elettrocardiogramma una volta l’anno per gli over 65, aree pubbliche nelle città che incoraggino l’attività fisica come piste ciclabili e spazi in parchi pubblici, percorsi di cura chiari e omogenei, digitalizzazione per snellire la burocrazia, campagne educazionali per i cittadini dalle scuole ai luoghi di lavoro, innovazione tecnologica e intelligenza artificiale. Questi alcuni dei capisaldi del Piano Strategico Nazionale per la salute del cuore, il primo mai realizzato in Italia. Un documento corposo e ambizioso di 89 pagine che si propone di fornire una visione d’insieme, come guida di riferimento per le istituzioni, sul modello dei piani per altre principali patologie croniche come il Piano Oncologico Nazionale. Il documento, si propone di agire anche sulle difformità regionali, al fine di ridurre le disuguaglianze e garantire equità nelle cure. Il piano dedica particolare attenzione anche alla necessità di implementazione della telemedicina e dell’intelligenza artificiale. L’accesso all’innovazione tecnologica tra il 1990 e il 2020 ha permesso una riduzione del tasso di mortalità per queste patologie, ma il nostro Paese presenta ancora criticità rilevanti, basti pensare che il 60% dei pazienti candidabili, non ha accesso alla TAVI e a farmaci innovativi contro il colesterolo, come il Pcsk9, rappresentano solo lo 0,5% del consumo dei farmaci. Per raggiungere questi obiettivi è fondamentale avere una prospettiva di cura globale, centrata sulla persona, ma in un’ottica di “comunità”, che consideri tutti i fattori coinvolti nella salute cardiovascolare, dai determinanti sociali, all’educazione sanitaria della popolazione generale, dei pazienti e dei loro familiari, alla formazione dei sanitari. Il programma e il manifesto del piano strategico di salute cardiovascolare sono disponibili sul sito web della Federazione Italiana di Cardiologia.

Autore

Newer Post
Older Post