L’Università della Calabria e l’arte della Medicina

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L’Università della Calabria e l’arte della Medicina

  1. L’istituzione del corso di laurea in Medicina e Chirurgia e Tecnologie digitali (TD) all’Unical: una decisione che viene da lontano.
    L’istituzione del corso di laurea in Medicina e Chirurgia e Tecnologie digitali presso l’Università
    della Calabria a partire dall’a. a. 2023-24, più che una decisione improvvisata e ispirata ad una logica campanilistica, è il frutto di un percorso iniziato almeno quattro decenni addietro. È infatti nel 1983 che il Senato Accademico
    dell’Università della Calabria, su proposta dell’allora Rettore Pietro Bucci, delibera l’attivazione del Corso di laurea inter-ateneo in Medicina e Chirurgia in collaborazione con il Consorzio universitario di Catanzaro, da poco costituito,
    che però si dichiara contrario all’iniziativa. Senza ostacoli, frutto di un evidente fair play, se non proprio di una leale collaborazione tra i due Atenei, nasce nell’a. a. 1991-92 la Facoltà di Farmacia, la seconda a livello regionale, la
    quale, grazie alla visione prospettica dal suo Preside Sebastiano Andò, orienta la propria offerta formativa in direzione delle scienze della salute, secondo il modello della Pharmaceutical care che individua nuovi sbocchi professionali
    rispetto alla tradizionale figura di farmacista. Nell’a. a. 1995-96 la Facoltà si arricchisce: a) della Scuola di specializzazione in Patologia clinica, successivamente denominata Patologia e biochimica clinica, i cui beneficiari
    (complessivamente più di 300 specializzati) attualmente occupano in gran parte il ruolo di dirigente presso varie strutture della sanità pubblica della Regione; b) e, a partire dall’a. a. 2001-02, del Corso di laurea in Scienze della
    nutrizione, che registra uno straordinario successo di iscrizioni, tale da portare qualche anno dopo al cambio del nome della Facoltà in Facoltà di Farmacia e Scienze della nutrizione e della salute, che oggi è uno dei poli di formazione
    sanitaria tra i più accreditati a livello nazionale e internazionale, come attestano i numerosi riconoscimenti ricevuti. Non più tardi di due anni fa (a. a. 2020-21), nella logica dello sviluppo integrato dell’alta formazione in ambito
    sanitario, è nato il Corso di laurea magistrale interuniversitario in Medicina e Chirurgia e Tecnologie digitali, con il primo triennio in svolgimento all’Unical e il secondo a Catanzaro. Alla luce di quanto sopra l’istituzione in proprio
    del Corso di laurea in Medicina e Chirurgia e Tecnologie digitali aumenta l’offerta formativa in ambito sanitario regionale e rappresenta il completamento di un progetto perseguito con tenacia e lungimiranza dalle migliori espressioni della governance di ieri e di oggi dell’Università della Calabria.
  2. Il sistema sanitario regionale e l’istituzione del nuovo corso di laurea in Medicina e Chirurgia e Tecnologie digitali all’Unical.
    Com’è ampiamente noto, la sanità pubblica calabrese vive, e non da oggi, una profonda crisi strutturale di efficienza e di qualità che, assieme alla fragilità della rete dei servizi socio-assistenziali, rende pressoché impossibile la garanzia del diritto alla salute costituzionalmente riconosciuto a tutti i cittadini. La chiusura o il depotenziamento negli anni scorsi di alcuni ospedali, in nome del contenimento della spesa (Patto di rientro), senza una contestuale riorganizzazione dell’offerta sociosanitaria sul territorio, hanno avuto come diretta conseguenza l’abbassamento dei livelli essenziali di alcune prestazioni (ad esempio, l’assistenza domiciliare agli anziani non autosufficienti o la rete delle emergenze/urgenze territoriali), l’aumento notevole dell’emigrazione sanitaria, oggi stimata al 20%, e la “desertificazione” della medicina territoriale che, specie nelle aree periferiche, grava interamente sulla figura del medico di famiglia, che assume pertanto il ruolo del care manager, anche se la condizione di isolamento in cui egli opera non gli consente di esercitare la funzione di system keeper che la normativa regionale gli assegna. Un altro dei nodi strutturali della sanità pubblica calabrese è rappresentato dalla drastica riduzione del numero degli operatori sanitari a tutti i livelli, a causa del perdurante blocco del turnover e del numero chiuso, praticato nelle Facoltà di Medicina senza una seria e ponderata programmazione del fabbisogno, corrente e futuro, di professionisti della salute. La recente assunzione di centinaia di medici specialisti provenienti da Cuba è la prova inequivocabile della difficile situazione sanitaria in cui versa la Regione. In tale contesto e nella speranza che le risorse del PNNR saranno ben impiegate per il miglioramento del comparto sanitario calabrese, l’istituzione del corso di laurea in Medicina e chirurgia e Tecnologie digitali all’Unical non può che essere salutata con soddisfazione. Al di là delle miopi logiche campanilistiche, la nuova istituzione risponde all’accresciuto fabbisogno formativo dell’area medica e delle professioni sanitarie nella Regione. Lo dimostrano la carenza, stimata, di oltre 2500 medici e di 3000 unità di personale infermieristico e il progressivo aumento negli ultimi anni delle iscrizioni di studenti calabresi ai corsi di Medicina fuori regione: un fenomeno, quest’ultimo, che, come purtroppo la storia insegna, produce un depauperamento della ricchezza (PIL) prodotta in Calabria oltre che delle risorse intellettuali di cui la Regione è ricca (emigrazione dei cervelli).
  3. L’istituzione del corso di laurea in Medicina e Chirurgia e tecnologie digitali all’Unical e il futuro sanitario della Calabria.
    L’istituzione del nuovo corso di laurea in Medicina e Chirurgia e Tecnologie digitali all’Unical non potrà non avere effetti positivi sulla qualità dell’offerta sanitaria in ambito regionale e su quella della formazione degli operatori medici e paramedici. Della nuova opportunità beneficerà l’Ospedale di Cosenza che, ospitando al suo interno docenti, ricercatori e studenti, diventerà a tutti gli effetti un Ospedale universitario, elevando la qualità delle prestazioni e il grado di soddisfazione degli utenti. Ne beneficerà la classe medica e infermieristica territoriale che nel rapporto con il mondo della ricerca e della clinica universitaria troverà stimoli e motivazioni per la propria riqualificazione continua e permanente. Ne beneficerà, infine, l’universo giovanile calabrese, soprattutto di coloro che vedono in essa la possibilità di assecondare la propria vocazione, altrimenti irrealizzabile, a L’arte della medicina (come recita il titolo di uno scritto di Ippocrate, curato da Carlo Carena e pubblicato di recente dall’Einaudi) e di affermarsi nella vita e nella società. Si tenga conto che ogni anno oltre 2.500 sono i giovani calabresi che partecipano alle selezioni per accedere ai corsi di Medicina, a fronte di poco più di 300 posti disponibili in Calabria. Va da sé che un’iniziativa così ambiziosa, che interpreta e intercetta la nuova domanda di salute proveniente dalla società, ha bisogno di una visione strategica e integrata che, da un lato, tenga conto delle tendenze demografiche dei prossimi anni in Calabria (drastica riduzione della natalità, invecchiamento della popolazione, immigrazione extracomunitaria) e, dall’altro, coinvolga le istituzioni più rappresentative della realtà regionale.

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