Epidemiologia e ruolo infermieristico in Cardiologia
Le malattie cardiovascolari rappresentano uno dei più importanti problemi di salute pubblica in Italia e anche la prima causa di morte nel mondo occidentale. Esse sono malattie croniche non trasmissibili che hanno un impatto significativo sulla qualità della vita della popolazione colpita. Tali patologie impattano in maniera significativa sul livello di ospedalizzazione e hanno forti ripercussioni in termini economici e sociali. Il quadro di riferimento, in questo settore, è rappresentato dalle specifiche raccomandazioni contenute nei Piani Nazionali, volte a favorire uno stile di vita corretto (sana alimentazione, attività fisica regolare e abolizione del fumo di sigaretta) e quindi a promuovere la prevenzione, l’educazione sanitaria e percorsi terapeutico-assistenziali multidisciplinari. A livello ospedaliero, la figura dell’infermiere, acquisisce sempre più importanza sia nella presa in carico del paziente che durante tutto il suo percorso terapeutico assistenziale. La complessità dell’assistenza infermieristica in ambiente cardiologico è il risultato delle molte variabili da tenere in considerazione a cominciare dalle caratteristiche cliniche del paziente, che richiedono oltre ad una attenta analisi clinica, l’adozione di un’assistenza sempre più specializzata e personalizzata. Alcune di queste variabili sono la prevenzione, l’educazione sanitaria, la promozione della compliance terapeutica a lungo termine.
Le competenze infermieristiche e il ruolo dell’infermiere specialista
In un’ottica di assistenza sempre più orientata verso la centralizzazione del percorso di cura del paziente, l’infermiere deve, in misura sempre maggiore, far emergere la sua professionalità e specializzare le proprie competenze. L’assistenza richiede una più mirata personalizzazione delle cure e una standardizzazione dei percorsi terapeutico-assistenziali. Per questi motivi la figura dell’infermiere si pone in una posizione fondamentale e strategica. La legge 190/2014 rappresenta un importante passo avanti per quanto riguarda le competenze infermieristiche. Il comma 566 ha promosso l’evoluzione delle competenze dei professionisti sanitari attraverso percorsi di formazione complementare e ha delineato un modello sullo sviluppo delle competenze infermieristiche articolandolo su due assi: quello verticale, ossia un avanzamento dirigenziale e quello orizzontale, ossia un avanzamento professionale e formativo che tenga in considerazione l’esperienza clinica sul campo e la formazione specialistica attraverso master universitari. Considerando questo importante riferimento normativo, in ambiente cardiologico e nelle altre aree mediche complesse richiedere il lavoro di un infermiere specializzato rappresenta una importante opportunità per raggiungere efficaci e ottimali obiettivi terapeutici assistenziali. La FNOPI ha sottolineato l’importanza dell’investimento sulle competenze avanzate dell’infermiere e sulla necessità di riorganizzare l’ambiente ospedaliero, per razionalizzare il carico di lavoro infermieristico e ottimizzare il tempo dedicato all’assistenza.
Modelli assistenziali adeguati
Investire sulle competenze avanzate dell’infermiere rappresenta una delle strategie per migliorare il livello di assistenza dei pazienti cardiologici. Infatti, per garantire una qualità elevata di assistenza e di cure è fondamentale anche riorganizzare l’ambiente sanitario nel quale si opera nell’ottica della personalizzazione. L’assetto organizzativo di un reparto deve rispecchiare quella che è la specifica direzione dei percorsi terapeutici – assistenziali che si vogliono adottare. A tal proposito, vi sono numerosi riscontri in ambito scientifico che evidenziano come una efficace riorganizzazione dell’ambiente sanitario permetta una più idonea applicazione del lavoro improntato su specifici modelli assistenziali volti alla personalizzazione delle cure. Considerando gli studi presenti in letteratura è necessario raggiungere uno standard minimo di staff per rispondere, in sicurezza e qualità, alla complessità dei bisogni di salute delle persone assistite a livello ospedaliero, con contestuale implementazione di modelli assistenziali quali il Primary Nursing o il Case Management orientati a costruire piani personalizzati di assistenza e di presa in carico della persona, della sua famiglia e alla continuità delle cure.
Riorganizzazione sanitaria e ospedaliera
L’infermiere con competenze cardiologiche avanzate ha necessariamente bisogno di un ambiente organizzativo che permetta di svolgere in maniera efficiente le sue attività assistenziali. Questo, ad oggi, potrebbe essere reso possibile grazie all’applicazione di mirate nuove realtà organizzative che si stanno sempre più diffondendo all’interno delle aziende sanitarie nazionali, le quali prevedono la riorganizzazione (Healthcare Redesign) dei dipartimenti basata sul concetto di “intensità di cura” ovvero sulla creazione di aree di assistenza omogenea. Tali aree sono strutturate sulla base delle specifiche esigenze del paziente in termini diagnosticoterapeutici e cercano di rispondere alle criticità che possono insorgere in termini di complessità assistenziale e di carico di lavoro in relazione al rapporto numerico infermieripazienti. In quest’ottica si supera la visione del reparto, e si articola il livello di cura sulla base del quadro clinico, della complessità assistenziale (medica e infermieristica), delle risorse umane e tecnologiche a disposizione. Le cure personalizzate sono il risultato di attente valutazioni compiute dal personale infermieristico svolte attraverso specifici strumenti di analisi che permettono di leggere, classificare, misurare e pianificare l’assistenza infermieristica e conseguentemente prevedere, monitorizzare e verificare l’appropriatezza delle cure e delle competenze impiegate nell’ambito delle strutture ospedaliere e territoriali. In questo modo è possibile razionalizzare il rapporto numerico infermiere/paziente secondo criteri di complessità e carico assistenziale, adeguando maggiormente il rapporto agli standard ottimali europei (rapporto ottimale di 6:1, indicato quale rapporto adeguato per garantire un’assistenza infermieristica sicura, intesa anche in termini di mortalità).
Conclusioni
La complessità assistenziale in ambiente cardiologico richiede la presenza di figure altamente specializzate, con competenze avanzate e in parallelo la costruzione di un assetto organizzativo che miri all’ottimizzazione del tempo dedicato all’assistenza e alla razionalizzazione del carico di lavoro infermieristico, garantendo così un adeguato livello di qualità dell’assistenza. In questo contesto, competenze e autonomia decisionale dell’infermiere giocano un ruolo importante nel garantire la cura e la sicurezza di ogni singolo paziente.
Bibliografia
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