L’obiettivo del Piano Strategico per la Salute Cardiovascolare dell’IFC, con le due società cardiologiche italiane SIC e ANMCO e con l’endorsment della Società Europea di Cardiologia, vuole essere la realizzazione di un progetto per accrescere ed equalizzare nel nostro Paese gli interventi di prevenzione, assistenza e controllo delle malattie cardio cerebrovascolari, prima causa di morte in Italia
Advocacy Cardiovascolare in Italia
Le malattie cardiovascolari rappresentano un importante problema di salute pubblica a livello globale con un notevole effetto nel nostro Paese in termini di stato di salute della popolazione e relative conseguenze, di costi del Sistema Sanitario Nazionale per la gestione di tali condizioni sia in acuto che in cronico, di impatto psicologico e sociale sui pazienti affetti e sui loro familiari, di costi legati alla “disabilità” lavorativa che esse generano, e di impiego di risorse necessarie per la ricerca e lo sviluppo in tale ambito. È noto infatti che l’Italia è considerata una nazione a rischio cardiovascolare moderato (in giallo nella Figura 1 delle linee guida ESC sulla prevenzione), a differenza dalla Francia e della Spagna che sono classificate a rischio basso (in verde).
Secondo gli ultimi dati ISTAT per gli indicatori del dominio Salute, il dato più recente a disposizione documenta una situazione di stabilità, o di miglioramento, per la maggior parte degli indicatori, se confrontati sia con il dato riferito all’anno immediatamente precedente, sia con quanto osservato pre-pandemia, ovvero nel 2019. Nonostante ciò, le malattie cardiovascolari continuano a rappresentare ancora la principale causa di morte in Italia, essendo responsabili di circa il 30% di tutti i decessi (31,7% nei maschi e 37,7% nelle femmine). In particolare, nel 2020 i decessi totali in Italia sono stati 746.324, 108.496 casi in più rispetto alla media del periodo 2015-2019, nonostante ciò l’Italia si è confermata tra i paesi UE a più bassa mortalità; tra questi decessi, 227.350 sono stati i morti per malattie circolatorie (30.4%), 177.858 quelli per tumori (23.8%), 78.673 per Covid-19 (10.5%) e 57.113 per malattie respiratorie (7.6%) [2]. Inoltre, analizzando la mortalità evitabile (prevenibile e trattabile) si è osservato come a livello europeo, nel 2020, la principale causa della mortalità trattabile sia stata la cardiopatia ischemica (1,9 per 10 mila residenti, pari al 20,1% del numero totale di decessi per malattie trattabili), seguita dal cancro del colon-retto (1,4 per 10 mila residenti), il cancro al seno tra le donne (1,0 per 10 mila residenti) e le malattie cerebrovascolari (1 per 10 mila residenti). La cardiopatia ischemica in tutte le sue forme, dall’infarto miocardico acuto alla malattia cronica, è responsabile in Italia del 9,9% di tutte le morti (10,8% nei maschi e 9% nelle femmine), mentre gli accidenti cerebrovascolari dell’8,8% (7,3% nei maschi e 10,1% nelle femmine).
L’obiettivo principale del Piano Strategico Nazionale è quello di migliorare il livello di salute cardiovascolare della popolazione italiana. Tale obiettivo si riassume nei seguenti punti:
- Promuovere programmi di conoscenza e di prevenzione delle malattie cardiovascolari sul territorio italiano a diversi livelli, dalle scuole, ai luoghi di lavoro ed alle strutture sanitarie, attraverso programmi di educazione sanitaria della popolazione che sostengano l’adozione di stili di vita e ambienti sani e sostenibili;
- Ridurre l’incidenza e la prevalenza delle malattie cardiovascolari in Italia attraverso programmi e campagne di prevenzione, il miglioramento dell’assistenza di base, il miglioramento della qualità della vita e del benessere della popolazione; aumentare l’accesso alle terapie innovative ed equalizzare l’offerta sanitaria sul territorio nazionale, eliminando le differenze geografiche e di genere sulla qualità dei servizi erogati;
- Ridurre le complicanze a lungo termine delle malattie cardiovascolari in Italia attraverso il miglioramento dell’assistenza in fase acuta e cronica, la riabilitazione, il ripristino della salute, la facilitazione del reinserimento lavorativo e la prevenzione della disabilità.
Per raggiungere questo obiettivo è fondamentale avere una prospettiva di cura globale, centrata sulla persona, ma in un’ottica di “comunità”, che consideri tutti i fattori coinvolti nella salute cardiovascolare, dai determinanti sociali, all’educazione sanitaria della popolazione generale, dei pazienti e dei loro familiari, alla formazione dei sanitari.
A tale scopo è necessario raggiungere in Italia i seguenti obiettivi:
- Organizzare screening obbligatori nazionali per la valutazione dell’assetto lipidico per tutti i cittadini dal diciottesimo anno di età e per la valutazione dell’elettrocardiogramma per tutti i cittadini dal sessantacinquesimo anno di età; promuovere lo screening obbligatorio della misurazione della pressione arteriosa una volta l’anno per tutti i cittadini. Importanza della medicina di base per l’identificazione delle ‘red flags’ di aumentato rischio CV.
- Organizzare campagne nazionali di responsabilità sociale per aumentare la consapevolezza del rischio #1 di morte in Italia, sia per quanto riguarda il sesso femminile e maschile, sia per la conoscenza dei fattori di rischio che aumentano la probabilità di malattie cardiovascolari.
- Riorganizzare il sistema sanitario nazionale su un concetto di “comunità” piuttosto che di “paziente”; superare le diseguaglianze nella prevenzione diagnosi e trattamento delle malattie cardiovascolari nelle singole regioni, nel sesso femminile e nella popolazione economicamente svantaggiata; abbattere le disuguaglianze regionali nella prescrizione di farmaci cardiovascolari salvavita o modificatori della progressione delle malattie, uniformando i sistemi prescrittivi ed uniformando sul territorio nazionale la possibilità dei cittadini di accedere ai trattamenti.
- Identificare le aree territoriali critiche per la ridotta prevenzione territoriale, mancanza di posti letto, Ospedali non a norma, tecnologie non aggiornate e ridotte risorse umane.
- La prevenzione delle malattie cardiovascolari non dovrebbe essere considerato un costo, ma un investimento e uno strumento per ridurre la morte cardiaca improvvisa, la mortalità totale e cardiovascolare, l’insorgenza di insufficienza cardiaca, la disabilità, i costi ospedalieri, sociali e familiari. Il costo delle malattie cardiovascolari in Europa è di circa 300 miliardi di euro; il risparmio di una parte di questi costi potrebbe essere riutilizzato in sanità o nel sociale.
- Promuovere una politica che porti alla riqualificazione di aree urbane dedicate e piste ciclabili, a campagne educazionali per l’intera popolazione, all’educazione all’attività fisica nelle scuole, alla disponibilità di aree sicure in parchi pubblici o spazi di ricreazione che incoraggino l’attività fisica. Promuovere il controllo della quantità di attività fisica effettivamente eseguita da parte del SSN anche con l’utilizzo di sistemi informatici prevedendo possibili forme di premialità per i cittadini virtuosi. Promuovere un programma di educazione dietetica nelle scuole, nelle Università e nei luoghi di lavoro. Promuovere campagne di educazione tra i giovani per disincentivare l’iniziale uso del fumo di sigaretta, le sigarette elettroniche e le sostanze stupefacenti. Prevedere sistemi di premialità per incentivare l’abolizione del fumo nei soggetti fumatori. Effettuare una prevenzione del diabete e permettere nei soggetti a rischio l’accesso alle terapie innovative a tutti i pazienti diabetici secondo le indicazioni delle linee guida.
- Promuovere campagne di sensibilizzazione per la popolazione tipo “ogni minuto conta” per evitare il cosiddetto ritardo evitabile e ridurre la mortalità pre-ospedaliera dell’infarto. Incentivare il ricorso al sistema dell’emergenza 118/112 e disincentivare l’accesso con mezzi propri al PS dei pazienti con sospetto infarto miocardico. Dotare le autoambulanze di elettrocardiografi, telemedicina ed incrementare sistemi nazionali di valutazione dell’efficienza delle reti tempo-dipendenti. Promuovere l’accesso alla Cardiologia interventistica in modo omogeneo sul territorio nazionale equalizzando i DRG sul territorio nazionale.
- Promuovere nella medicina di base e territoriale l’importanza della stima sistematica o opportunistica del rischio cardiovascolare nella popolazione generale apparentemente sana, attraverso gli score dedicati, ovvero in uomini di età >40 anni ed in donne di età>50 anni. Organizzare insieme al ministero della pubblica istruzione insegnamenti obbligatori nelle scuole e nelle università per promuovere la prevenzione cardiovascolare e in particolare combattere l’obesità infantile, l’uso di alcool, il fumo e l’inattività fisica.
- Incentivare la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle patologie cardiovascolari anche con sistemi innovativi.
- Deburocratizzare il lavoro del Cardiologo per aumentare efficienza ed efficacia delle azioni sanitarie atte a prevenire, diagnosticare e trattate le malattie cardiovascolari.
Lo scopo finale del piano strategico per la salute cardiovascolare in Italia IFC 2024 – 2027 sarà la riduzione del 20% della disabilità e delle morti premature dovute a malattia coronarica, malattia cerebrovascolare e malattia vascolare periferica e quindi ridurre globalmente il rischio cardiovascolare ad un livello medio a quello basso come quello della Francia e della Spagna.