Nasce il Club delle UTIC ANMCO: la RETE dei cardiologi che si occupano della complessa gestione dei pazienti cardiopatici critici
Il CLUB delle UTIC ANMCO e la metamorfosi delle UTIC Italiane
Le UTIC (Unità di Terapia Intensiva Coronarica), definite da Eugene Braunwald “il più importante progresso mai avvenuto nel trattamento dell’infarto miocardico acuto”, sono nate nei primi anni ’60 con lo scopo di riconoscere e trattare le aritmie ventricolari, principale causa di morte dell’infarto miocardico acuto. In un documento della Royal Infirmary of Edinburgh del 1961 si riportavano i 4 principali obiettivi delle UTIC: a) monitoraggio continuo dell’elettrocardiogramma, b) rapido inizio delle manovre di rianimazione cardio-polmonare e defibrillazione c) disponibilità di personale formato per la gestione di device per la defibrillazione e la rianimazione cardiopolmonare d) disponibilità di personale infermieristico addestrato per riconoscere le aritmie e in grado di iniziare autonomamente le prime manovre di rianimazione. Con la nascita di queste strutture la mortalità per infarto fu dimezzata. Nei decenni successivi si è assistito ad una evoluzione del trattamento delle sindromi coronariche acute, alla transizione epidemiologica della popolazione, agli avanzamenti tecnologici dei sistemi di monitoraggio e di trattamento delle cardiopatie acute che hanno portato ad una trasformazione delle unità coronariche. Queste trasformazioni hanno contribuito a determinare una silenziosa e naturale metamorfosi delle UTIC da Unità di Terapia Intensiva Coronarica alle più complesse Unità di Terapia Intensiva Cardiologica. In Italia le UTIC sono diffuse in maniera capillare su tutto il territorio nazionale ma sono molto eterogenee sia dal punto di vista strutturale che organizzativo e non sempre sono inserite in un percorso di rete cardiologica. La metamorfosi delle UTIC ha determinato anche una trasformazione delle competenze del cardiologo intensivista che nel corso degli anni ha dovuto acquisire conoscenze multidisciplinari, spesso con percorsi formativi poco standardizzati e disomogenei. Il cardiologo intensivista ha dovuto affiancare alle conoscenze cardiologiche anche competenze più specialistiche in senso intensivisticorianimatorio finalizzate alla gestione della disfunzione multi-organo. In questo contesto nasce il Club delle UTIC, una nuova “community” per cardiologi di area critica che si occupano della complessa gestione dei pazienti cardiopatici critici. Le finalità del Club delle UTIC sono:
– creare un network di cardiologi italiani che interagiscono attivamente per scambi di esperienze, competenze e problematiche di cardiologia intensiva.
– creare una piattaforma di formazione permanente per tutti gli operatori interessati nel processo di cura dei cardiopatici critici. – creare dei presupposti per ottenere una omogeneità di trattamento per i cardiopatici più complessi. Il Club delle UTIC si rivolge in modo trasversale:
– ai giovani cardiologi, neo-specialisti che si affacciano al mondo delle UTIC;
– ai cardiologi appartenenti ad ampi pool di professionisti che lavorano in UTIC o in ambiti di area critica in modo incostante, ma che sono desiderosi di acquisire nuove competenze nella gestione dei cardiopatici critici;
– ai cardiologi intensivisti che quotidianamente lavorano in UTIC e che desiderano aggiornarsi e condividere con altri colleghi competenze e percorsi di cura dei cardiopatici critici.
Per poter raggiungere tali obiettivi il Board Scientifico del Club delle UTIC ha cercato, in questi pochi mesi di attività, di organizzare e promuovere alcune iniziative. La Conferenza Nazionale del Club delle UTIC: si terrà a Firenze nei giorni 8 – 9 luglio 2022. L’iniziativa prevista per il 4 e 5 febbraio è stata posticipata per l’intercorrente riacutizzazione della pandemia SARS CoV2. Nella prima Conferenza Nazionale del Club delle UTIC i cardiologi intensivisti provenienti da varie realtà italiane affronteranno le tematiche più comuni deli cardiologi di area critica. Il Decalogo delle UTIC: dieci rassegne che trattano alcuni grandi capitoli della cardiologia intensiva (shock cardiogeno, shock settico, arresto cardiaco, storm aritmico, etc …) con un taglio pratico, con flow-chart operative che possano essere utili e facilmente applicabili nella pratica clinica. In questi documenti sono anche forniti dettagliati riferimenti bibliografici per offrire approfondimenti teorici e fisiopatologici su testi e recenti articoli internazionali. I primi manoscritti sono già consultabili, sulla pagina web del Club delle UTIC, e gli altri seguiranno con cadenza fissa di un documento ogni 2 settimane. I Webinar: con cadenza mensile, della durata di 60 – 90 minuti sono stati organizzati per poter affrontare precise tematiche, spesso non affrontate da linee guide o documenti di consenso. In questi webinar si darà particolare risalto alle nozioni pratiche di particolari temi (lo shock settico, la sedazione in UTIC, la nutrizione parenterale ecc.), o al funzionamento e gestione di alcuni device (il contropulsatore aortico, la ventilazione non invasiva, i sistemi di monitoraggio ecc). Particolare spazio verrà lasciato alla discussione per poter condividere con i partecipanti esperienze e dubbi. I Tutorial: video che illustrano, passo dopo passo, alcune procedure di comune utilizzo in UTIC (posizionamento di catetere venoso centrale, impianto di pacemaker temporaneo, pericardiocentesi ecc). Altre iniziative sono in fase di progettazione ma soprattutto aspettiamo le indicazioni di tutti gli iscritti per continuare insieme il percorso di rinascita delle UTIC. In sintesi l’ambizioso progetto del Club delle UTIC, è di creare una “community” di cardiologi intensivisti che lavorano insieme, di soddisfare i bisogni formativi di chi si appresta a lavorare in area critica e di chi vuole migliorare il proprio bagaglio culturale con argomenti non tradizionalmente appannaggio dei cardiologi ma che devono caratterizzare la competence del cardiologo dell’UTIC, si confida così di poter avere un impatto concreto sulla trasformazione delle UTIC italiane. Solo così il cardiologo potrà continuare ad occuparsi della gestione del cardiopatico critico a 360°, come attore principale nelle UTIC e non come semplice consulente in reparti di terapia intensiva o sub-intensiva ad indirizzo generale.