Gruppo Multi-specialistico e Multi-integrato del Paziente Cardiologico: il primo compleanno!

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Gruppo Multi-specialistico e Multi-integrato del Paziente Cardiologico: il primo compleanno!

Nel primo anno di vita del Gruppo di Studio “Multispecialistico e Multintegrato del Paziente Cardiologico”, ultimo nato nella famiglia dei Gruppi di Studio e delle Aree ANMCO, sono stati affrontati numerosi temi di rilevanza clinica in cardiologia, con focus su patologie complesse che richiedono un approccio multidisciplinare, attraverso la modalità editoriale e delle rubriche online. In particolare, ci siamo concentrati su condizioni ad alta prevalenza e complessità come la fibrillazione atriale (FA), le sindromi coronariche acute (SCA), la gestione dei farmaci anticoagulanti, lo scompenso cardiaco (SC), la stenosi aortica (SA), e sui pazienti oncologici, pubblicando, in collaborazione con le Aree di competenza otto articoli scientifici, mentre altri due paper sono già stati sottomessi e in fase di revisione presso riviste scientifiche internazionali impattate, e quattro paper sono in fase di scrittura. Scopo di questo articolo è illustrarvi sinteticamente il nostro percorso di questi ultimi 12 mesi in modo da condividerlo con voi. Nell’editoriale“The Elderly Patient with Atrial Fibrillation: Optimal Treatment Strategies by Lucà F and Parrini I, J Clin Med. 202;14(5):1753. doi: 10.3390/ jcm14051753” abbiamo affrontato il tema della FA, una delle aritmie cardiache più comuni, la cui gestione negli anziani risulta particolarmente complessa a causa delle comorbidità, della fragilità e della politerapia. 

Gli approcci terapeutici principali includono il controllo della frequenza e del ritmo, la gestione dell’anticoagulazione e la prevenzione delle complicanze. Le strategie terapeutiche devono bilanciare efficacia e sicurezza, utilizzando un approccio personalizzato adatto all’individuo, all’aspettativa di vita e alle scelte personali (Figura 1). Insieme alla Cardiogeriatria e all’Area Epidemiologia Clinica nell’articolo scientifico “Management of Atrial Fibrillation in Elderly Patients: A Whole New Ballgame? Parrini I, Lucà F et al, J. Clin. Med. 2025, 14(7), 2328”, abbiamo esplorato gli approcci basati sull’evidenza per la gestione della FA nei pazienti anziani, concentrandoci sulle strategie di controllo della frequenza e del ritmo, sulla terapia anticoagulante e sulle intuizioni emergenti relativamente alla relazione tra FA e deterioramento cognitivo. La valutazione geriatrica globale (CGA) gioca un ruolo cruciale, utilizzando strumenti come la scala FRAIL, il 6 minute walking test e il Mini Nutritional Assessment (MNA), per identificare i pazienti vulnerabili e guidare le decisioni terapeutiche (Figura 2). La gestione della FA sotto il profilo dell’approccio multidisciplinare è stata inoltre affrontata insieme all’Area Epidemiologia Clinica, Aritmie, Cardioncologia e Cardiogeriatria nell’articolo “Multidisciplinary Approach in Atrial Fibrillation: As Good as Gold. Lucà F, Abrignani M.G., J Clin Med. 2024;13(1ł):4ł21. doi: 10.3390/ jcm131ł4ł21.PMID: 392007ł3” (Figura 3). Nel lavoro “Cardiac Metastasis: Epidemiology, Pathophysiology, and Clinical Management, Lucà F, Parrini I et al. Life (Basel). 2025;15(2):291” abbiamo affrontato, in collaborazione con la Cardioncologia, Cardiogeriatria e con l’Area Epidemiologia Clinica, un altro aspetto di crescente importanza, ovvero le metastasi cardiache, che sono più comuni dei tumori cardiaci primari, ma spesso restano asintomatiche fino alla diagnosi post- mortem. L’aumento della sopravvivenza dei pazienti oncologici, grazie ai progressi nelle terapie, ha reso la diagnosi di metastasi cardiache sempre più frequente. La gestione di queste patologie deve essere adattata alle caratteristiche individuali del paziente, includendo tecniche avanzate di imaging e approcci terapeutici multimodali. La diagnosi precoce è essenziale, poiché consente di intraprendere trattamenti tempestivi che migliorano gli esiti clinici (Figura 4). Sempre con la Cardiogeriatria, nell’articolo “Acute Coronary Syndrome in Elderly Patients: How to Tackle Them? Lucà F., Andreotti F et al, J Clin Med. 2024;13(19):5935. doi: 10.3390/jcm13195935. PMID: 39407995”, abbiamo esplorato la SCA nei pazienti anziani, condizione che richiede particolare attenzione, dato il rischio maggiore di complicazioni e una risposta meno favorevole ai trattamenti. La gestione di questi pazienti deve essere personalizzata, considerando la fragilità, le comorbidità e il rischio di sanguinamento. Tuttavia, la scarsità di studi clinici che includano adeguatamente gli anziani rende più complessa la definizione di linee guida precise. Per una gestione ottimale della SCA in questa fascia di popolazione, è fondamentale una stratificazione del rischio e una terapia mirata che tenga conto delle condizioni cliniche individuali (Figura 5). Anche la SA, condizione cardiovascolare che colpisce frequentemente gli anziani, richiede un’attenta valutazione geriatrica prima di intraprendere interventi come la sostituzione della valvola aortica transcatetere (TAVR). In questo contesto, la valutazione della fragilità, della capacità fisica e cognitiva è cruciale per ottimizzare i risultati post-operatori e migliorare la qualità della vita del paziente, come abbiamo approfondito insieme all’Area CardioGeriatria e alla Società Italiana di Cardiogeriatria nell’articolo “A Comprehensive Geriatric Workup and Frailty Assessment in Older Patients with Severe Aortic Stenosis”.

Brunetti E, Lucà F, et al J Clin Med. 2024;13(14):4169. doi: 10.3390/ jcm13144169.PMID: 39064209. I beta-bloccanti (BB) sono cruciali nel trattamento dell’insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta (HFrEF), ma nei pazienti anziani è essenziale una titolazione graduale del dosaggio e un attento monitoraggio per evitare effetti collaterali. L’incertezza nella gestione degli anziani con SC deriva dalla scarsità di studi clinici che li rappresentano adeguatamente. La ricerca futura dovrebbe concentrarsi sul miglioramento della gestione personalizzata dei BB, in particolare per i pazienti con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione preservata (HFpEF). Questo tema è stato trattato nel paper “How to Manage Beta-Blockade in Older Heart Failure Patients: A Scoping Review.

 Parrini I, Lucà F et al, J Clin Med. 2024 Apr 5;13(7):2119. doi: 10.3390/ jcm13072119.PMID: 38610883” in collaborazione con la Cardiogeriatria. Infine abbiamo trattato il tema della gestione dei DOAC nel periodo perieratorio nell’articolo “Exploring the Perioperative Use of DOACs, off the Beaten Track. Lucà F, Oliva F. et al. J Clin Med. 2024;13(11):3076. doi: 10.3390/jcm13113076.PMID: 38892787”. Nel corso del nostro lavoro, non ci siamo fermati e sono in corso nuove ricerche, tra cui una rassegna in italiano sull’iponatriemia in collaborazione con l’Area Scompenso e con l’Area CardioRenale e Metabolica e la scrittura del Technical Primer, ampia rassegna sulla gestione in urgenza dei dispositivi impiantabili per rilevazione e stimolazione cardiaca insieme agli esperti dell’Area Aritmie e una review in inglese sul trattamento dell’ictus nei pazienti anziani con l’Area Epidemiologia Clinica e CardioGeriatria sono solo alcuni degli altri temi in fase di sviluppo. Con grande entusiamo abbiamo accettato il coinvolgimento da parte dell’Area CardiOncologia a collaborare sul tema delle interazioni tra aterosclerosi e cancro, in particolare nei pazienti trattati con inibitori dei checkpoint immunitari. Questi farmaci, che hanno rivoluzionato il trattamento oncologico, potrebbero aumentare il rischio cardiovascolare a lungo termine, contribuendo a peggiorare l’aterosclerosi. Poiché la coesistenza di aterosclerosi e cancro è sempre più comune, è essenziale comprendere i meccanismi molecolari sottostanti e sviluppare misure preventive per ridurre il rischio cardiovascolare in questi pazienti “Atherosclerosis, Cancer and Immune Checkpoint Inhibitors, Canale ML, Greco A et al G Ital Cardiol (Rome). 2024;25(10):711-719. doi: 10.1714/433ł.43213.PMID:

39342555.” Stiamo inoltre stati coinvolti nella scrittura di una rassegna dall’Area Scompenso Cardiaco sul tema del trattamento multidisciplinare dei pazienti con insufficienza cardiaca a frazione di eiezione preservata (HFpEF) e dall’Area Management&Qualità e CardioGeriatria sulla preparazione di una review sul focus della gestione cardiovascolare nei pazienti anziani con demenza. La continua collaborazione multidisciplinare e l’approfondimento delle conoscenze sono essenziali per affrontare le sfide crescenti della cardiologia moderna. 

Abbiamo poi curato la rubrica online “Shed a Light On” realizzando delle interviste in presenza e in remote a illustri esperti come il Professor Franz Weidinger, Past President dell’European Society of Cardiology, Presidente in carica al momento dell’intervista, a Paul Casale, Professore presso Weill Cornell Medical College, e la Columbia University, a Robert Giugliano, professore all’ Harvard Medical School, senior investigator del Thrombolysis in Myocardial Infarction (TIMI) Study Group, presso Brigham e Boston, USA, Autore di trials come ENGAGE AF- TIMI 48 trial with edoxaban, IMPROVE-IT, FOURIER, US e al Dott. Francesco Gabrielli, esperto di Sanità Digitale, Medicina Digitale e Robotica applicata in ambito sanitario, per l’Istituto Superiore di Sanità e l’AGENAS. Un anno di duro lavoro insomma, in cui ci siamo spesi con entusiasmo e passione, nel perseguire la multidisciplinarità in cardiologia, perché come diceva Cicerone “uniti nella diversità, possiamo raggiungere ciò che da soli non potremmo mai ottenere”. ♥

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