Donne e discipline STEM: stato dell’arte

HomeDalle Aree

Donne e discipline STEM: stato dell’arte

Gender Equality Strategy

L’acronimo STEM ovvero Science, Technology, Engineering, Mathematics

L’11 febbraio scorso si è conclusa la “Settimana nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche”, detta Settimana STEM, istituita in Italia con l’approvazione della Legge 187 del 2023. Questa sigla nasce dall’Inglese Science, Technology, Engineering and Mathematics e indica l’insieme delle discipline scientifico-tecnologiche, l’ingegneria e la matematica, i relativi corsi di studio e i corrispettivi settori lavorativi. L’iniziativa rientra nella Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, che si ispira alla Gender Equality Strategy 2020 – 2025 dell’Unione Europea, con una prospettiva a lungo termine di rappresentare lo schema di valori, la direzione delle politiche che dovranno essere realizzate e il punto di arrivo in termini di parità di genere. La Strategia è stata indicata come una delle priorità trasversali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e il riferimento per l’attuazione della riforma del Family Act. La redazione del documento, che ha coinvolto le amministrazioni, le parti sociali e le principali realtà associative, consta di cinque priorità: Lavoro, Competenze, Reddito, Potere e Tempo, con l’obiettivo di guadagnare 5 punti nella classifica del Gender Equality Index dell’EIGE. Il percorso ha preso il via dal Documento di analisi e di proposta elaborato durante l’emergenza Covid-19 dalla Task Force “Donne per un nuovo Rinascimento”, istituita ad aprile 2020. Il documento individuava cinque direzioni di proposta: parità di genere, la responsabilità di progettare il futuro; solidarietà, investire per l’emancipazione di tutte; lavoro, un nuovo paradigma femminile ed inclusivo; scienza, motore di un nuovo Rinascimento; comunicazione: parole e immagini per generare un cambiamento. Siamo infatti nel pieno della quarta rivoluzione industriale, eppure le donne continuano a essere sottorappresentate nel mondo della scienza e della tecnologia. 

Questo settore è tra i più studiati in tema di Gender Gap, sia in termini di percorsi di studi che a livello occupazionale. In Italia, dati recenti di Almalaurea indicano come, ad esempio, tra le donne laureate nel 2022 solo il 19% abbia conseguito il proprio titolo di studio in una delle discipline STEM, versus il

Alcuni bias di genere hanno portato a considerare alcune tipologie di lavoro come “da uomini” e altre “da donne” e le discipline tecnologiche scientifiche STEM offrono un esempio a riguardo L’articolo si focalizza sulla possibilità di ampliare la partecipazione femminile in tale settore

40% degli uomini. È prevedibile che in futuro ci saranno molti settori applicativi dell’intelligenza artificiale, dell’informatica e delle tecnologie: analizzando in profondità i dati che riguardano i settori STEM troviamo che le

L’ambito delle discipline tecnologiche vede un impegno marginale nelle donne per cui è necessario colmare questa gap di natura culturale ed economica

laureate in informatica e tecnologie ICT sono attualmente circa il 16% del totale; nell’ambito dell’ingegneria industriale e dell’informazione, le donne laureate sono il 27% del totale, mentre nei settori dell’ingegneria civile e dell’architettura sono attorno al 48%. I dati relativi al gender gap nell’Unione Europea indicano che i laureati in discipline STEM sono circa 21 su 1.000 nei giovani europei con un’età tra i 20 e i 29 anni. Le donne laureate sono circa il 15% a fronte di un 28% di uomini. In Italia, ogni mille laureati, il 16,4% lo sono in materie STEM (13.3% donne, 19.4% uomini). Il Focus Gender Gap 2023 (studio Almalaurea che mette in relazione il rapporto di uomini e donne col mondo della scuola, dell’università e del lavoro) ha evidenziato che le donne che hanno conseguito una laurea STEM sono circa il 41%, rispetto al 59% degli uomini. Spesso sono più brave, con un voto medio di laurea pari a 104/110 e concludono il percorso di studi nei tempi previsti in quota leggermente superiore. Nonostante ciò, il divario di genere è molto alto per quanto riguarda gli studi e i lavori STEM. Un primo fattore è di tipo socio-culturale: si pensa erroneamente al fatto che gli uomini siano più portati delle donne a studi di tipo tecnico-scientifico. Infatti, già a partire dai primi anni di età, dai 6-7 anni, le bambine che dicono di voler fare lavori legati alla scienza, alla tecnologia e all’ingegneria sono in un numero minimo rispetto ai coetanei maschi. Anche la Sindrome dell’Impostore, cioè il fatto di non sentirsi adeguati, all’altezza, che colpisce più le donne rispetto agli uomini, potrebbe giocare un ruolo importante, così come l’eccessiva competitività dei settori STEM. Le donne, in generale, sono più portate alla collaborazione che alla 

L’area disciplinare STEM è stata pari al 24%, con un divario di genere molto forte: 33,7% uomini e 17,6% donne

competizione: per questo spesso si dedicano a carriere che riguardano l’insegnamento, la comunicazione, il settore sociale. Per dare un’idea, basti considerare che statisticamente, a livello internazionale, le donne e le ragazze costituiscono solo il 28% dei laureati in ingegneria e il 40% dei laureati in informatica e computer science. Passando invece al campo della ricerca, è interessante notare come alla percentuale femminile di ricercatori, stimata intorno al 33,3%, siano garantite di solito borse significativamente inferiori a quelle dei colleghi, tendendo ad avere una vita lavorativa più corta e peggio pagata. Oggi, solo una ogni Tre ricercatori d’ingegneria al mondo è una donna. 

Barriere strutturali e sociali impediscono alle donne e alle ragazze di entrare e progredire nella scienza. La pandemia da COVID-19 ha ulteriormente aggravato le ineguaglianze di genere, dalla chiusura delle scuole ad un aumento di violenza e a un sempre maggior carico di cure in casa. Eppure, in parallelo, molte donne continuano a distinguersi nell’eccellenza del mondo scientifico, conducendo al contempo vite ordinarie e grande impegno per perseguire obiettivi di scoperte spesso rivoluzionarie. In uno scenario geograficamente più ampio, l’ONU ha riconosciuto la parità e l’emancipazione femminile come contributi cruciali allo sviluppo economico globale, e, negli ultimi anni, al progresso verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Il capitolo delle Donne nelle discipline STEM è oggetto di attenzione e studio, e, a tal proposito, tra varie iniziative dedicate l’ONU ha promosso uno spazio web dedicato dal nome “The Untold History of Women in Science and Technology”, storie di donne che hanno dato 

Le motivazioni di questo gap sono di diversa natura, ma hanno un’origine comune nel background culturale e familiare delle società odierne

Un contributo fondamentale al mondo delle discipline STEM. Tra loro: la storia di Lydia Villa Komaroff, pioniera della biologia molecolare per gli studi sul DNA ricombinante, che hanno portato alla scoperta di come utilizzare i batteri per produrre insulina, lavori alla base dello sviluppo dell’industria biotecnologica; Barbara McClintock, genetista americana che ha ricevuto il Premio Nobel per la Medicina nel 1983 per la scoperta dei trasposoni, i cosiddetti “jumping genes” – geni saltellanti che hanno la capacità di cambiare posizione nell’ambito dello stesso cromosoma, scoperta che ha rivoluzionato la comprensione della regolazione a livello genetico; Rita Levi Montalcini, il Nobel più longevo, una laurea in Medicina, la scoperta del NGF – fattore di accrescimento delle fibre nervose – e una vita allo stesso tempo dedicata alla promozione del ruolo della donna in ogni branca della Società. Sono tre piccole luci in una storia fatta di innumerevoli biografie e scoperte di donne ordinarie e allo stesso tempo straordinarie, che segnano il passato e mantengono il continuum temporale con il presente, tema che ci riserviamo come Area dedicata di approfondire più nel dettaglio in altra forma editoriale. Per concludere con le parole del Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Gutèrres (UN statement): “Quando le donne nella scienza affrontano problemi di ordine globale moltiplicano le possibilità di trovare soluzioni, per questo l’ineguaglianza di genere sta privando il nostro mondo di un enorme talento e forza di innovazione inespresse. Più si escludono le donne dalle discipline STEM, più si limita il potere collettivo di avviare urgenti sfide globali, dal cambiamento climatico alla sicurezza alimentare, dalla salute pubblica alla trasformazione tecnologica. Abbiamo bisogno delle prospettive femminili per assicurarci che la scienza e la tecnologia funzionino per tutti”.♥

Autori